Il Kouros di Lentini.
A distanza di un mese circa dall’incontro sul Biviere di Lentini, il prof. Francesco Valenti ci ha nuovamente accompagnati in un affascinante viaggio alla scoperta di uno dei più controversi tesori dell’archeologia del nostro territorio : il Kouros di Lentini.
Nel pomeriggio di Venerdì 25 Novembre, nella ormai familiare cornice del salone ex Aias della Biblioteca Comunale, un folto numero di ascoltatori, soci e non (tra questi, particolarmente gradita ed apprezzata la presenza del dott. Lorenzo Guzzardi, Direttore del Parco Archeologico di Leontinoi e Megara, nonché del Museo di Lentini) ha seguito con interesse la storia di questa meravigliosa scultura, oggetto di molteplici studi, che non sono riusciti sin qui a dare risposte certe sulla sua natura, provenienza, e originaria collocazione e, soprattutto, sulla correttezza della sua ricostruzione.
Dopo i saluti, il nostro Presidente, prof. Filadelfo Inserra, ha rivolto un pensiero alle donne vittime di violenza, nella giornata ad esse dedicata.
Ha poi ricordato come proprio l’Archeoclub, assieme ad altre associazioni del territorio, lanciò nel 2018 una petizione per il ritorno del Kouros nella nostra città, iniziativa poi rallentata dal sopraggiungere della pandemia.
Proprio in questi giorni, le amministrazioni dei Comuni di Lentini e Carlentini stanno richiedendo con insistenza di ospitare qui la scultura, per un’esposizione temporanea. Ottima iniziativa, ma non sufficiente, ad avviso del prof. Inserra, occorre battersi per la piena restituzione di un bene rinvenuto nel nostro territorio, che troverebbe una perfetta collocazione nel nostro Museo Archeologico, che offre tutti i requisiti necessari per la sua tutela e preservazione. La sua presenza, peraltro, costituirebbe, indubbiamente un fortissimo richiamo per il rilancio del Museo stesso e della città.
Il prof. Valenti ha quindi iniziato il suo dotto excursus sulla storia del Kouros, con una sagace battuta, definendo “ esperimento di Archeogenetica “ la saldatura, voluta dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, di un torso e di una testa, rinvenuti in tempi e luoghi diversi, pur nello stesso territorio : la testa, infatti apparteneva alla collezione Biscari, che passò poi nella proprietà del Museo del Castello Ursino di Catania, mentre il torso, acquistato dallo studioso Paolo Orsi, appartiene al Museo Archeologico di Siracusa.
I Kouroi, molto comuni nella statuaria greca, sono la raffigurazione di giovani uomini nudi, ed hanno origine nell’arte egizia ( alcuni esemplari risalenti al 4000 a.C.): si diffusero poi in Grecia ( nelle isole Cicladi, databili al 2500 a.c.). Nelle colonie greche siciliane, numerosi sono gli esempi di Kouros rinvenuti : quello di Megara Iblea, del 550 a.C. , quello di Agrigento del 480 a.C.
La loro funzione era presumibilmente votiva o decorativa e, in alcuni casi, se ne può ipotizzare l’appartenenza a stele funerarie.
Come già detto, il Kouros di Lentini è composto da due parti distinte e separate: la testa, rinvenuta dal principe Biscari, è troncata di netto alla base (forse per appoggiarla su un piedistallo), i capelli risultano parecchio lavorati, il viso, dai tratti molto delicati, presenta un accenno di sorriso. Il torso, rinvenuto nel fiume San Leonardo, a seguito di un esondazione, rivela una profonda conoscenza del corpo umano, è privo degli arti superiori e delle gambe dal ginocchio in giù.
Molteplici le ipotesi sulla sua natura. Per alcuni studiosi, sarebbe la rappresentazione del fiume deificato ( ed il suo rinvenimento nel San Leonardo una curiosa coincidenza), per altri un atleta, od un eroe, o il Dio Apollo ( considerata anche la notevole rassomiglianza con le immagini delle monete raffiguranti il dio).
Quasi tutti gli esperti concordano sulla stessa origine del materiale di costruzione: marmo delle cave delle isole Cicladi. Anche questo particolare, portò diversi studiosi a sostenere l’appartenenza dei due pezzi ad una stessa scultura; tra questi, uno dei più agguerriti fu Vittorio Sgarbi, ed infine l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali dispose il tanto discusso assemblaggio, anche se l’Assessore dell’epoca, il rimpianto Sebastiano Tusa, pare non fosse del tutto convinto. L’operazione, in effetti, non è riuscita in maniera del tutto soddisfacente, il collo, infatti, appare troppo lungo e sproporzionato, disarmonico rispetto al resto della scultura, che comunque risulta molto differente da altre statue dello stesso periodo. In una esposizione al Museo di Atene, il Kouros ha suscitato parecchie critiche e perplessità, per la evidente mancanza di armonia tra i due pezzi che la compongono. Ciò, probabilmente, è anche da attribuire al fatto che l’operazione di congiunzione fu fatta senza consultare veri esperti in materia.
Al di là di ogni considerazione sulla reale appartenenza delle due parti ad un’unica opera, resta la complessità della sua situazione: la testa appartiene al Comune di Siracusa, il torso al Demanio. Ciò potrebbe comportare ulteriori ostacoli alla definitiva assegnazione dell’opera al nostro Museo Archeologico.
Si è così conclusa la interessante relazione del prof. Valenti, che ci ha fatto conoscere con dovizia di particolari la avvincente storia di questo capolavoro dell’arte greca, che tutti sentiamo un pò come “ nostra”.
È venuto poi il momento di ringraziare il prof. Valenti, primo Presidente e Socio Onorario dell’Archeoclub di Lentini, per la disponibilità con cui ha sempre messo a disposizione della nostra Associazione la sua profonda conoscenza e competenza di storico ed archeologo, nelle numerosissime conferenze tenute per conto dell’Archeoclub sui più disparati argomenti.
Il Presidente, quindi, assieme ad alcuni membri del Consiglio Direttivo, ha consegnato al prof. Valenti una significativa targa ricordo.
Dopo i ringraziamenti ed i saluti, si è dato spazio alle domande ed agli interventi del pubblico: particolarmente apprezzato quello del Dr. Guzzardi, che ha fornito ulteriori motivi di approfondimento dell’argomento trattato, ed ha caldeggiato una sempre maggiore attenzione delle istituzioni alla valorizzazione ed alla tutela del nostro patrimonio storico ed archeologico, che può fungere da volano per il rilancio dell’economia del territorio, sempre più penalizzata dalla crisi che attanaglia il nostro Paese, ed in particolar modo il Mezzogiorno.
In conclusione, come ha ribadito il nostro Past President e Coordinatore Regionale, prof. Pippo Cosentino, il Kouros può e deve costituire un’occasione straordinaria per la nostra Città, ed il suo ritorno “ a casa” è anche simbolo della tutela della nostra identità.