Gita a Valverde: fra mitologia, storia, arte e religiosità

Adagiato su un ridente altopiano alle falde dell’Etna, vive una tranquilla vita di provincia, Valverde, un paesino di circa 7000 anime, che si offre ai visitatori con un panorama incantevole: dalla lussureggiante Valle Verde, fino all’azzurra distesa del mare Jonio; dalla “fucina di Efesto” sempre fumante, ai ciclopici faraglioni di Aci Trezza.

Questa incantevole località, Domenica 26 Gennaio, è stata la meta della gita dell’Archeoclub di Lentini. E siccome la nostra Maria “The Queen” fa lavorare la sua mente più della “fucina di Efesto”, ci ha fatto accogliere da una banda musicale, la “Tris Band”, che ci ha accompagnato e allietato con le sue note in tutti nostri spostamenti.

Così, “tutti appressu a banna” (qualcuno ha anche accennato per strada qualche passo di danza), alla scoperta di piccoli e grandi tesori, di opere d’arte, di una straordinaria collezione di conchiglie, di luoghi di devozione religiosa. Riportiamo qualche breve cenno storico così come lo abbiamo rinvenuto:

“Al centro della cittadina si leva il Santuario della Madonna di Valverde, da sempre meta di numerosi e devoti pellegrinaggi.

L’immagine di Maria, che si venera su un pilastro, è bellissima tanto da essere attribuita non a pennello d’uomo; la Liturgia la dice “divinitus formata”, fatta divinamente. La tradizione la fa risalire all’apparizione della Vergine ad un feroce brigante che si converte.

Siamo in tempi sanguinosi e drammatici per la storia della Sicilia. È l’epoca in cui si fronteggiano tre civiltà: quella Araba che vi domina da oltre due secoli, quella Bizantina che tenta di riconquistare l’antico dominio, e la giovane civiltà Normanna che riuscirà vincitrice. In questo grandioso e drammatico scenario si succedono guerre, distruzioni, banditismo, piraterie, furti, assassinii ed ogni genere di violenze.

Un soldato però, un certo Dionisio, forse ligure di origine, attratto dall’amenità e ricchezza del luogo e, più ancora, per la cupidigia di facili guadagni, rimane nell’isola e si dà ad una vita di brigantaggio, appostandosi nel folto del bosco che costeggia la via che da Catania porta all’antica Aci, in prossimità della sottostante Vallis Viridis.