La  NOVENA  di  NATALE  2017

Siamo giunti alla seconda Edizione della Novena di Natale dell’Archeoclub di Lentini (Sr) allestita, con gioioso entusiasmo da alcuni soci guidati dal suo dinamico presidente prof. Pippo Cosentino, in via Conte Alaimo sulla finestra occlusa della parete del Circolo “Alaimo” prospiciente il Municipio; in ossequio ad un’antica tradizione lentinese che, dopo un lungo periodo di abbandono, negli ultimi anni ha avuto un notevole risveglio, una riscoperta e una particolare valorizzazione anche da parte dei giovani. Molte sono infatti le Novene che a dicembre, nei giorni che precedono il Santo Natale, vengono allestite sulle facciate delle case soprattutto del centro storico della città.
Ma cos’è e che cosa rappresenta la Novena lentinese?
L’intimo e profondo significato della Novena e dei numerosi “messaggi” che nasconde spesso sfuggono agli ammiratori distratti e superficiali. È costituita da: una sorta di altarino composto da un quadro della Sacra Famiglia sostenuto da una mensola sulla quale sono posti tre bicchieri: uno colmo di acqua posto davanti a San Giuseppe (segno di purezza, indispensabile come l’acqua per la vita), uno colmo di una soluzione azzurra – ottenuta con solfato di rame “petra cilesti” – posto davanti alla Madonna (benedetta tra tutte le donne, immacolata, regina del cielo e della terra), uno colmo di vino posto davanti al Bambinello (il sangue che sarà versato da Cristo per la redenzione dei nostri peccati); una corona di pungitopo (i spini pulici dell’asparago selvatico), che rappresenta le spine della corona di Cristo crocifisso, con fiocchetti di cotone, che stanno a significare il freddo e la neve. Il tutto circondato da frutta siciliana di stagione (arance, limoni, mandarini, uva, meloni, melagrane, ficodindia ecc.) e frutta secca (fichi secchi, noci, cotognata, ecc) che veicolano messaggi misteriosi, pieni di fascino e di significato.
Nella novena c’è tutto, silente e nascosto: gioia, dolore, vita, amore, martirio, sofferenza, morte e redenzione, e racchiude la sintesi della nostra fede.
Dal 16 al 24 dicembre rimane esposta alla venerazione dei fedeli, ai suoni dei " ciaramiddari" (zampognari) che spostandosi da una novena all’altra intonano le tipiche melodie di Natale; la gente si raduna attorno a loro e, silenziosamente, si mette in preghiera davanti a questi altarini.
La novena allestita dall’Archeoclub contiene tutti questi elementi tradizionali con una particolare e travagliata storia legata all’icona dell’altarino: trattasi di una ricostruzione della pala d’Altare dipinta dal Caravaggio, trafugata dall’Oratorio di S. Lorenzo a Palermo la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, probabilmente su commissione della Mafia siciliana, e mai recuperata.
Sabato 16 dicembre, alle ore 17.00, la suddetta Novena è stata benedetta, insieme ai numerosi soci e concittadini presenti, dal parroco della Chiesa Madre di S. Alfio, Don Maurizio Pizzo. Hanno completato la cerimonia di inaugurazione le musiche natalizie eseguite dalla Banda musicale “Città di Lentini”, in tenuta natalizia, e la lettura della prima strofa di una nenia natalizia in dialetto siciliano, “A Nuvena di Natali", a cura del presidente prof. Pippo Cosentino, che riporto integralmente:
U primu jornu
A li stremi de’ fridduri – jetta Cesari ‘nu bannu:
ricchi, poviri, signuri – tutti a scriviri si vannu.
E ognuna o so’ cumannu – ubbidienti si truvava;
a Bittilemmi tutti vannu – unni Cesari abbitava.
Maria Santa si truvava – cu’ Giuseppi ‘n cumpagnia;
lu so’ viaggiu cuntimplava – c’ava fari tanta via.
San Giuseppi ci dicia – a la sua spusa diletta:
bisognanti, spusa mia – c’ama partiri a la ’n fretta.
La novena resterà esposta alla venerazione dei fedeli e di tutti quelli che vorranno partecipare alla gioiosa cerimonia che verrà ripetuta tutti i pomeriggi alle ore 17.00, sempre accompagnata da musiche natalizie a dalla lettura di altre strofe della nenia, una ogni giorno, fino alla notte di Natale quando si compirà l’atteso mistero della venuta del Messia