L’Archeoclub al Teatro Greco di Siracusa.
Lisistrata di Aristofane
Domenica, 30 Giugno, terzo ed ultimo appuntamento , per il solito gruppo di soci dell’Archeoclub e qualche graditissimo ospite che, aderendo all’iniziativa promossa dal Presidente, prof. Pippo Cosentino e dal suo Comitato Direttivo, hanno raggiunto nel tardo pomeriggio il Teatro Greco di Siracusa, per assistere all’ultima delle rappresentazioni classiche organizzate dall’Inda, e quest’anno dedicate al tema delle “ Donne e la guerra “.
Dopo le figure tragiche delle “ Troiane” e dell’ “ Elena”, l’epilogo della trilogia è stato affidato alla “ Lisistrata” di Aristofane, una commedia che , come le due tragedie precedenti, affronta il tema della guerra, ma, ovviamente, con i toni leggeri e giocosi propri di questa forma di spettacolo.
Lisistrata, interpretata da una magnifica Elisabetta Pozzi, è un’eroina che, stanca della forzata lontananza degli uomini, eternamente impegnati in guerra, convoca le donne greche in una grande Assemblea, alla quale partecipano le rappresentanti delle principali città : Sparta, nonché le città della Beozia, e della Corinzia.
Con un trascinante discorso da vera e propria “ sollevapopolo “, Lisistrata riesce a convincere le altre donne ad aderire alla sua proposta: lo sciopero del sesso, per convincere i compagni, sempre impegnati a combattere e costretti quindi a trascurare le proprie donne e le proprie famiglie, a cessare dalle azioni di guerra.
Ma, per rendere ancora più efficace e convincente la loro iniziativa, le donne decidono di rinchiudersi nell’Acropoli, anche per privare gli uomini dei mezzi finanziari necessari a proseguire le azioni di guerra.
Inizia così una serie di schermaglie, tra il coro degli anziani ( che cercano, senza successo, di dare fuoco all’Acropoli) e quello delle vecchie ateniesi, e poi del Magistrato che dovrebbe convincere le donne a desistere dal loro progetto , ma fallisce miseramente......
Dopo un breve cameo di Massimo Lopez, improbabile drag queen baffuta, che avvolta in un luccicante tubino, intona una travolgente “ My way”, e dopo che Lisistrata si trova a dover fronteggiare i tentativi di diserzione di parecchie donne, provate dalla lontananza dei propri uomini, irrompe sulla scena Cinesia ( un divertente Tullio Solenghi, anche regista dello spettacolo ) marito disperato, oltremodo prostrato dalla forzata astinenza.... Lisistrata suggerisce alla moglie, Mirrina, di incontrare l’uomo, per rinfocolare ancora di più il suo desiderio.... e così avviene, e il povero uomo, che non riesce a concretizzare i suoi assalti amorosi, si ritrova ancor più frustrato....
Ma, dall’intera Grecia, giungono notizie del profondo disagio di tutto l’universo maschile, messo alla prova da questa interminabile astinenza, che logora corpi e menti...
L’astuzia femminile ha vinto: dopo il favorevole responso di un curioso oracolo, e l’arrivo di un araldo che preannuncia l’intenzione degli spartani di accettare la pace, giungono gli ambasciatori di Sparta, pronti a sottoscrivere la cessazione delle ostilità .
Lisistrata e le donne celebrano con sfrenate danze la loro vittoria e il ricongiungimento delle famiglie, dopo le violenze e l’insensatezza della guerra: e in un magnifico discorso finale, Lisistrata, antesignana pacifista, torna a stigmatizzare la guerra e le sue tristi conseguenze.
Uno spettacolo particolare, questa Lisistrata firmata Solenghi:   alcune scelte sicuramente originali (e forse un po’ spiazzanti...): dialoghi in diversi dialetti ( siciliano, napoletano, toscano), a rappresentare, forse, la multietnia delle donne coinvolte nell’iniziativa di Lisistrata; scenografia essenziale ( un’Acropoli che si apre e richiude per accogliere le donne ribelli); costumi colorati e allegri, a sottolineare la giocosità delle scene....
Nota forse un po’ stonata, l’eccessivo ricorso ad un linguaggio a tratti sboccato, e ad una licenziosità in certi casi eccessiva e fuori luogo.....
Ma il pubblico si è divertito, e anche tanto....
L’appuntamento è per il prossimo anno, per tornare a godere della ricchezza delle rappresentazioni classiche,in una scenografia unica come quella del Teatro Greco di Siracusa.