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Gita  a  Caltagirone

Stemma di CaltagironeDomenica 12 ottobre 2014. Una visita guidata alla città di Caltagirone, la città della ceramica, non era una novità per nessuno; eppure numerosi Soci ed Ospiti hanno scelto di partecipare. Il ritorno nei luoghi già visti, anche più di una volta, infatti, non è mai un “dejà vu”; le cose già viste si rivedono sempre volentieri, con occhi nuovi e con nuovo spirito, si arricchiscono di notizie e di particolari, di affettuosi aneddoti, che non si trovano in nessun libro, e che solo le guide, veramente preparate e che amano la propria città, sanno raccontare. Siamo stati fortunati ad avere con noi la giovane guida, brava e molto preparata, Oriella Barresi per la visita della città e il dott.Pietro La Rocca per l’accurata e colta visita del Museo Diocesano, scelti sapientemente dalla nostra infaticabile presidente, prof.ssa Maria Arisco, che ci mette l’anima e tutto il suo tempo nell’organizzare ogni evento.

In autobus, dopo i saluti ai numerosi partecipanti e l’illustrazione dell’itinerario della visita, Maria ci ha intrattenuto dandoci le prime informazioni su Caltagirone, le sue origini, la provenienza del nome, la storia, le varie dominazioni, i suoi rapporti con l’antica ed illustre Leontinoi…lasciando, ovviamente, alle guide il compito di ”raccontare” la città nei minimi dettagli. Ci ha donato quel tanto che è servito come introduzione ad una bella giornata, all’insegna della cultura e dello stare bene insieme, come sempre.

La città di Caltagirone (Cattaggiruni, Cartaggiruni) è ubicata al centro della Sicilia, a 608 metri di altitudine, tra gli Iblei a S e i monti Erei ad W, adagiata su tre colline che, formando un anfiteatro naturale, costituiscono lo spartiacque tra la valle del fiume Maroglio, che sfocia nel golfo di Gela, e quella del Caltagirone che, attraversando la piana di Catania, sfocia nel mare Ionio. Tre colline che aprono lo sguardo verso l’Etna a NE e il Canale di Sicilia e SW.

E’ famosa per la produzione della ceramica, attività sviluppatasi nei secoli a partire dai tempi degli antichi Greci.

I primi insediamenti stabili nel territorio dell’odierna Caltagirone risalgono alla preistoria. La località fu scelta per la sua posizione strategica che le consentiva di controllare e di difendere un vasto territorio. In diversi periodi si sono succedute molte dominazioni: dai Bizantini ai Normanni, ai Saraceni fino agli Arabi che hanno introdotto nuove tecniche nella lavorazione dell'argilla, dando quindi un importante impulso all'artigianato della ceramica.

Questi ultimi furono cacciati nel 1076, quando i Calatini riuscirono ad espugnare la rocca di Judica portando a Caltagirone, come trofeo, la campana d’Altavilla che venne collocata nella chiesa Madre Santa Maria del Monte. Nell'estate del 1091, dopo aver sconfitto i Saraceni nei pressi di Caltagirone, nella piana che da allora fu detta del "Conte", il conte Ruggero dei Normanni entrò trionfante nella città il 25 luglio, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra il martirio di San Giacomo Maggiore, al cui intervento soprannaturale il conte attribuì la vittoria per averne invocato l'aiuto. Per questa ragione Caltagirone scelse l’Apostolo a proprio patrono, in sostituzione di San Nicolò e fu proclamata libera e indipendente dall'autorità centrale.

Una nutrita colonia di Genovesi, giunti intorno al 1040, contribuì non poco allo sviluppo della città e diede manforte al conte Ruggero contro i musulmani durante l'assedio della Rocca di Judica. Quest'aiuto valse alla città di Caltagirone i possedimenti dei territori circostanti e fu all'origine della ricchezza feudale della città. I Calatini, per riconoscenza, avrebbero adottato nel loro stemma, nel petto dell'aquila che troneggia tenendo tra gli artigli un osso, lo scudo crociato sostenuto da due grifoni, per ricordare l'antica origine, quella della Repubblica marinara.
A tutt’oggi la città conserva le tracce della presenza dei genovesi nei toponimi: le stradine del centro storico, i “vaneddi”, si chiamano, come a Genova, “carruggi”.

Tralasciando, per brevità, tutte le altre importanti vicende che hanno segnato la storia della città, bisogna ricordare che il 1693 fu l'anno che segnò una drammatica e radicale svolta per Caltagirone come del resto per l'intera Sicilia orientale. Un catastrofico terremoto la rase al suolo insieme ad altre dieci città: un immane disastro che costò la vita a circa 100 mila persone.
La città nell'arco di circa dieci anni risorse sulle sue rovine con un volto barocco, quello che ancora oggi conserva. Il benessere di cui godette è facilmente ravvisabile soprattutto nel centro storico di Caltagirone che presenta edifici sacri e pubblici di pregevole fattura, la cui costruzione e il cui rifacimento fu affidato, com'era in uso, ad abili e famosi architetti ed artisti dell'epoca.
La città conta a tutt’oggi oltre 90 chiese di cui una trentina aperte al culto religioso e molte altre adibite a luoghi per manifestazioni culturali, conferenze, concerti, mostre d’arte ecc.