“QUANDO la SCIENZA incontra l’ARTE.
Le Terrecotte architettoniche dell’antica Leontinoi”
Nei locali dell’ex AIAS, Biblioteca Comunale in Lentini (Sr), organizzata dall’Archeoclub “Alfio Sgalambro”, sabato 21 aprile 2018, ha avuto luogo una conferenza pubblica sul tema “Quando la Scienza incontra l’Arte: le Terrecotte architettoniche dell’antica Leontinoi”.
Relatrice la giovane dott.ssa Valentina Vasta il cui ricco curriculum ha letto il Presidente prof. Pippo Cosentino, dopo i rituali saluti agli Ospiti e ai Soci, intervenuti numerosi come sempre, e una breve presentazione dell’argomento.
La parola, a questo punto, alla Relatrice che, dopo una introduzione riguardante il suo percorso di studi che le hanno consentito di sviluppare la sua tesi di Laurea magistrale in Scienze Geologiche, - premiata nel 2016 con una menzione di merito dalla Fondazione “Vincenzo Pisano” - oggetto della conferenza, è entrata subito in dettagli particolareggiati resi ancora più comprensibili ad un pubblico “non addetto ai lavori” tramite la chiarezza del linguaggio e le numerose immagini proiettate su schermo.
Il lavoro di tesi eseguito, ha detto la Relatrice, ha avuto come obiettivo oltre che la caratterizzazione minero-petrografica anche l’indagine su alcuni quesiti d’interesse storico-artistico, ancor oggi del tutto o parzialmente irrisolti, come la provenienza e la manifattura delle terrecotte architettoniche (arcaiche e classiche) rinvenute nei principali siti, che hanno contribuito alla storia della colonizzazione greca in Sicilia (Gela, Siracusa e Lentini).
“Il termine terracotta indica i prodotti ottenuti dalla essiccazione e dalla seguente cottura in forno di materiale argilloso precedentemente modellato. Le terrecotte, oltre a rappresentare un materiale edile non deperibile, costituiscono anche il primo significativo ornamento plastico e policromo degli edifici di culto dando avvio al processo di monumentalizzazione templare nelle colonie greche siciliote a partire dal VII Sec. a.C.”
In terracotta veniva realizzato il tetto e i principali elementi costituenti il frontone del tempio, la cui paternità è ancora oggi dibattuta tra Gela e Siracusa. Le immagini proiettate ci hanno mostrato i reperti fittili delle Polis di Siracusa e Lentini con riscontri di vulcaniti provenienti dall’area etnea.
Gli studi petroarcheometrici condotti dalla dott.ssa Vasta hanno dato valide risposte alle domande poste dall’Archeologia. Sui reperti selezionati sono state infatti eseguite varie analisi riguardanti:
- la Tecnologia di manifattura, con e senza materiali vulcanici la cui presenza però è stata riscontrata solo nei campioni di Gela oltre che nei reperti di età arcaica di Siracusa e Lentini, mentre risultano assenti per le terrecotte architettoniche di età classica (le aggiunte servivano a dare alle argille modellate la giusta consistenza onde evitare che crepassero durante la cottura);
- la Provenienza dei materiali argillosi - la Temperatura di cottura - le Tecniche di Decorazione policroma e la Composizione chimica dei pigmenti adoperati che per le ceramiche di Siracusa e Lentini risultano più complesse e formate dai colori Bianco, Nero e Rosso.
La Relatrice si è ancora soffermata su altri aspetti dei suoi studi riguardanti i reperti delle terrecotte dell’antica Leontinoi, messi a confronto con argille e ceramiche locali, nonché con materiali dell’area messinese, difficili da riassumere.
Ha concluso il suo intervento dicendo che “ le indagini hanno delineato in maniera esaustiva l’eccelso livello manifatturiero delle terrecotte architettoniche del contesto siciliota, nel quale l’impiego di sedimenti argillosi locali insieme ad inclusi vulcanici ha rivelato oltre che l’arguzia tecnica delle maestranze anche le intense interazioni e la mobilità di materie prime tra le colonie greche in Sicilia, come è possibile intuire anche dalla ricostruzione delle direttrici viarie, senza escludere la possibilità che esistesse una classe artigiana itinerante portatrice di saperi tecnologici.”
Hanno fatto seguito diverse interessanti domande da parte del pubblico alle quali la dott.ssa Vasta ha risposto in maniera garbata ed esaustiva.
Un meritato applauso, i ringraziamenti e i calorosi complimenti del Presidente, accompagnati da un cadeau floreale, hanno posto termine all’interessante incontro con una concittadina che ha scelto per il suo lavoro di restare in questa nostra martoriata Lentini, una città ricca di storia e di cultura.