Alla ricerca di Porta Nord:
Indagini archeologiche a Santamaravecchia
Venerdì 12 Febbraio 2021 si è tenuto il secondo incontro organizzato dall’Archeoclub, nell’ambito delle celebrazioni previste per il 2750mo anniversario della fondazione di Leontinoi.
Anche questa volta, a causa della situazione sanitaria, l’evento si è svolto in streaming, sulle pagine Facebook della nostra Associazione e di Leontinoi 2021, nonché sul canale televisivo 886.
Ha introdotto la serata Alfio La Ferla, in qualità di componente del Comitato Organizzatore di Leontinoi 2021, che, dopo i saluti e le presentazioni di rito, ha voluto rivolgere un pensiero al pittore Franco Condorelli, scomparso proprio nei giorni scorsi, figura di spicco della cultura del nostro territorio. 
Anche il nostro Presidente, prof. Pippo Cosentino, ha tributato un omaggio al Maestro Condorelli , manifestando la volontà dell’Archeoclub di sostenere ogni valida iniziativa per ricordare il suo operato.
La serata è entrata quindi nel suo vivo, con la presentazione della conferenza, incentrata sui lavori e gli studi nel tempo susseguitisi per la individuazione della famosa “ Porta Nord” delle fortificazioni che proteggevano l’antica città di Leontinoi: l’incontro, quindi, si riallaccia perfettamente e costituisce una prosecuzione di quello precedente, che ha avuto per oggetto la storia della conquista di Leontinoi  da parte dei coloni greci calcidesi provenienti da Naxos , e della loro integrazione con le popolazioni indigene.
Prima di dare la parola al prof. Frasca, che anche questa volta ci avrebbe accompagnato in questo affascinante viaggio alla scoperta del nostro passato, il prof. Cosentino ha brevemente accennato ai prossimi, imperdibili appuntamenti : il 12 Marzo, con il prof. Franco Valenti, che ci parlerà della Città Romana ( argomento parecchio intrigante, viste le scarsissime testimonianze di questo periodo), successivamente, sempre nel mese di Marzo, con il locale Comando della Guardia di Finanza, che tratterà dei consistenti ritrovamenti di reperti archeologici trafugati dalla malavita, e riconsegnati alla collettività. Infine, nel mese di Maggio, una conferenza sui primi atti del Cristianesimo a Lentini dovrebbe completare questa prima serie di incontri, cui ne seguiranno altri, nella seconda metà dell’anno.
Con una brevissima presentazione del prof. Frasca ( eminente studioso, per il cui corposo curriculum si rinvia al resoconto della precedente conferenza) e dei due archeologi che questa volta lo hanno accompagnato e che hanno partecipato agli scavi , il Dr. Marco Camera ed il Dr. Mattia Catalano, si entra finalmente nel vivo dell’evento.
Il relatore ha esordito affermando che quello della Porta Nord è stato uno dei pochi esempi, nella nostra zona, di scavo “ autonomo”, non collegato, cioè, a fortuiti ritrovamenti  conseguenti ad attività urbanistiche, come  avvenuto, ad esempio, nella contrada Scala Alaimo, o a quelle di “ tombaroli”.
Le prime campagne per la individuazione delle fortificazioni che proteggevano la città di Leontinoi risalgono agli anni 50 dello scorso secolo, furono condotte dal prof. Rizza, in collaborazione con la Sovrintendenza di Siracusa, e portarono alla scoperta della Porta Sud, all’imboccatura della parte meridionale della Valle San Mauro.
Molto più complessa ( e, a tutt’oggi , senza riscontro) risultò la individuazione della porta Nord, per la presenza, nella zona, di terreni coltivati ad agrumeto; preziose, a tale scopo, si rivelarono le indicazioni di alcuni proprietari che avevano segnalato la presenza, nei propri terreni, di resti di mura antiche .
Da Polibio si era appreso che la città si estendeva tra due colline dai fianchi scoscesi, e nella valle tra di esse compresa, e che l’area urbana era protetta da cinte murarie, nelle quali si tovavano due porte: una meridionale , verso Siracusa, ed una settentrionale, che si apriva verso le zone coltivate, i ricchi Campi Leontini.
Il perimetro urbano quindi comprendeva, con ogni probabilità, la Valle San Mauro e le adiacenti colline di Metapiccola-Castellaccio/ Tirone ad Est  e Colle San Mauro ad Ovest: quindi l’accesso alla Città ,da chi proveniva dalle zone coltivate , doveva avvenire attraverso la porta aperta nella fortificazione all’imboccatura settentrionale della Valle.
Nel 1985, grazie appunto alle segnalazioni dei proprietari di agrumeti nel colle San Mauro, iniziarono campagne di scavi, condotte in stretta collaborazione tra la Sovrintendenza di Siracusa e l’Università di Catania, che costituì importante momento di formazione di giovani studiosi.
A seguito di tali indagini, furono rinvenute tracce di mura e grossi blocchi di pietra.
Nel corso, poi, di lavori di costruzione di un edificio privato in piazza Vittorio Veneto, nel quartiere Santamaravecchia, furono 
trovate analoghe tracce : ciò ha fatto ipotizzare che, a differenza della porta Sud, più rientrata, quella Nord risultasse più avanzata.
Grazie ad altre campagne, succedutesi negli anni seguenti, sino al 1995, furono  effettuati altri importanti rinvenimenti, la più importante dei quali una struttura muraria, che si ipotizza fosse una torre adiacente la porta Nord( tuttavia non individuata esattamente), per la sua somiglianza ad un’analoga costruzione scoperta a fianco della Porta Sud.
Gli scavi, tuttavia, si bloccarono per un lungo periodo di tempo, e ripresero, con rinnovato vigore, solo nel 2009, grazie anche all’intervento del Comune di Lentini, che sovvenzionò una parte degli interventi. 
Dal 2009, si sono alternate diverse, brevi campagne di scavo, con cadenza quasi annuale. Attualmente i lavori sono fermi da circa tre anni, da ultimo anche a causa della emergenza sanitaria.
Il dr. Frasca ha, a questo punto, lasciato la parola al dr. Marco Camera, archeologo, che lo ha lungamente collaborato nelle ultime campagne archeologiche . 
Il dr. Camera si è soffermato sui risultati dell’ultimo decennio di lavori, in particolare sulle scoperte fatte sulla struttura ipotizzata come torre: sui blocchi che la compongono sono stati rinvenuti segni di cava, ed in prossimità della stessa, tracce di bruciatura e carbone.  Ciò ha fatto ipotizzare l’esistenza di un deposito rituale, ovvero ciò che rimane a seguito di riti sacri, probabilmente comprendenti sacrifici , visto il rinvenimento, nel sito, di frammenti di vasi, ceramiche, ed ossa.
Le indagini a livello di fondazione hanno consentito di attribuire la costruzione delle fortificazioni tra la fine del IV secolo e l’inizio del III A.C. , quindi , all’incirca , sotto il dominio di Agatocle. 
Leontinoi  presidiava la parte settentrionale del regno siracusano, e Agatocle quindi si era impegnato per la sua difesa; la costruzione delle fortificazioni risponde anche alla esigenza  di celebrazione del potere siracusano.
Probabilmente, alla fine del 3o secolo, le strutture vennero demolite, come testimonierebbe il rinvenimento, sopra i resti delle stesse, di materiali costruttivi di epoche successive.
Ad un’epoca risalente alla fase post-conquista romana risalgono altri reperti messi in luce dagli scavi di questa fase, in particolare, una vasca e tracce di una carraia , a testimonianza della distruzione delle mura.
Tra la fine del VIII secolo e l’inizio del X secolo D.C. risultano evidenze di una seconda fase di spoliazione e demolizione.
Si è ipotizzato quindi che sino all’età tardo antica ci fossero ancora tracce delle antiche mura, di seguito demolite quasi interamente, i cui blocchi potrebbero essere stati utilizzati per una nuova fortificazione, a difesa dell’invasione araba.
Ha preso quindi la parola il Dr. Mattia Catalano, che ha anch’egli partecipato, da studente, ad alcune fasi degli ultimi scavi.
Per lui, è stato un tirocinio estremamente stimolante e formativo, che gli ha lasciato intense emozioni, ed il desiderio di riprendere, quanto prima possibile, questa importante esperienza di studio.
Si è conclusa così anche questa interessante relazione : il prof. Cosentino ha ringraziato ancora una volta i relatori, esprimendo l’auspicio che possano presto riprendere i lavori di scavo , per portare alla luce le importanti testimonianze archeologiche ancora celate ( il teatro, l’agorà), perché è dal recupero del nostro passato che può derivare la valorizzazione del presente.
Con i saluti del Sig. La Ferla, che ha dato appuntamento per i prossimi eventi della manifestazione ( una conferenza organizzata dal Rotary Club, su Dante e Jacopo, ed una proposta dall’Associazione dei Maestri Cattolici), ha avuto termine anche questa interessante serata.