I luoghi del passato come identità del presente

Mercoledi 27 Maggio 2015 tutti i componenti del Direttivo dell’Archeoclub di Lentini guidati dalla  Presidente prof.ssa Maria Arisco  ci siamo recati in via Dell’Agorà (in fondo al Quartiere Santamaravecchia) dove nei mesi di aprile e maggio 2015 sono ripresi i lavori di scavo presso la porta Nord dell’antica Leontinoi. Ci ha accolto il Prof. Massimo Frasca dell’Università di Catania che in collaborazione con la dott.sa Maria Musumeci, della soprintendenza di Siracusa, aveva progettato e dato avvio alla campagna di scavi.

Il lavoro di scavo e di catalogazione diretto sul campo  dal dott. Marco Camera dell’Università di Catania è stato materialmente effettuato, con impegno, serietà ed entusiasmo da giovani studenti universitari della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici: CARILLI Lorenza, CATALANO Sara, DISTEFANO Santo Salvatore, FORNARO Stefania, GARIPOLI Simona, INDELICATO Mario, MENDOLA Patrizia, PECORARO Anna Rita, SFERRAZZA Paolo, VOLPE Roberta; del Corso di Laurea Specialistica/Magistrale in Archeologia: CICIULLA Maria Luisa; del Corso di Laurea Triennale in Lettere: BELLANTE Valeria, MANGIAMELI Rachele, NICOLOSI Teresa, RAPISARDA Andrea, REITANO Paolo; del Corso di Laurea Triennale in Beni Culturali: D’AMICO Andrea, DE LUCA Anna Maria, LUNETTA Ilaria, PASSANISI Lidia.

Il Prof. Frasca facendo il punto..e virgola, come ha voluto precisare, dei risultati degli scavi effettuati ci ha detto:

“La campagna di scavi, ancora in corso, ha consentito di delineare l’angolo nord-occidentale di una poderosa torre muraria costruita con grandi blocchi di arenaria che, a giudicare da un esame preliminare dei materiali rinvenuti, è databile tra il IV e il III secolo a.C. La torre fu successivamente distrutta, probabilmente nel corso dell’assedio di Leontinoi da parte di Marcello (214 a.C.)   e in parte riutilizzata come cisterna in età romana. Inoltre, sulle strutture ormai distrutte della fortificazione si è sovrapposto il tracciato di una strada che ripercorre, con un lieve spostamento, quello della strada antica che attraverso la porta immetteva nella città, che si ipotizza posta più a valle”.

La virgola messa in evidenza dal Prof. Frasca sottintende l’auspico che gli scavi continuino, magari con un impegno finanziario più consistente, e che gli esiti degli scavi effettuati diventino patrimonio comune di quanti più soggetti possibili. I beni culturali di un territorio costituiscono il patrimonio culturale elaborato nel corso dei secoli dalle popolazioni che in quel luogo sono vissute.

Essi sono il segno di un passato e di un’identità culturale di cui è sostanziato il nostro presente che la comunità attuale deve conservare se non vuole perdere la memoria di sé. E una comunità senza memoria è come un uomo senza memoria, che vive tutto calato in un presente di cui non può riconoscere i segni e al quale non sa dare significati.

Conoscere ed amare i Beni Culturali del proprio territorio significa riappropriarsi della memoria del passato, dare significato ai segni della memoria, comprenderli  e, soprattutto, rispettarli ed averne cura, sentirsi responsabili del loro perdurare nel tempo”.

Non c’è difesa  e valorizzazione delle risorse di un territorio senza conoscenza e questa è una sfida ed un impegno che l’Archeoclub di Lentini, in linea con la sua storia, per bocca della sua Presidente intende assumere  anche in questa occasione.

Grazie di cuore.