Un’insolita vicenda di Greci e Siculi

Nell’ambito delle iniziative intraprese per commemorare  il 2750mo anniversario della fondazione di Leontinoi, lo scorso 27 Gennaio si è svolto un incontro con il prof. Massimo Frasca, organizzato dal nostro Club Service.
La conferenza (che, per i problemi della pandemia, si è svolta in streaming , sul canale digitale Tv 886 , e sulle pagine Facebook dell’Archeoclub, e di Leontinoi 2021) fa parte del ricco programma di eventi, organizzato da Badia Lost & Found e dalla locale Pro-Loco  , con il patrocinio dei Comuni di Lentini e Carlentini, al quale l’Archeoclub ha aderito con il consueto entusiasmo e fattiva partecipazione.
La conferenza del prof. Frasca rappresenta difatti il primo, interessante evento nato dalla collaborazione del nostro Club Service con gli Enti Organizzatori, al quale seguiranno numerose altre iniziative.
Dopo una breve introduzione da parte del Presidente della Pro-Loco, Luca Fazzino, che ha porto i saluti del Comitato Organizzatore, la parola è passata al nostro Presidente, prof. Pippo Cosentino, che si è soffermato sulla rilevanza della iniziativa, pensata per diffondere la conoscenza del nostro territorio, essenziale per la  sua valorizzazione , e sulla importanza che riveste la collaborazione tra i due comuni di Lentini e Carlentini, nella celebrazione di questo straordinario evento che li accomuna.
Dopo una breve presentazione del relatore, ben noto ai soci dell’Archeoclub per le numerose conferenze tenute in passato per la nostra associazione,e dei prestigiosi incarichi dallo stesso ricoperti ( docente di Archeologia Classica all’Universita’di Catania, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, autore di  testi specialistici di rilievo, componente di importanti missioni di scavi archeologici, in Italia ed all’estero), il prof. Cosentino ha fatto un dettagliato excursus su quelli che saranno i successivi eventi a cura dell’Archeoclub, caratterizzati  da una non comune molteplicità di argomenti .
L’incontro e’ quindi entrato nel vivo, con la relazione del prof. Frasca, incentrata sulle vicende storiche che hanno dato origine alla fondazione della nostra città, nel 729 a.c., ad opera di coloni greci calcidesi, provenienti da Naxos. Il prof. Frasca si è innanzitutto complimentato con il prof. Cosentino per la felice scelta del titolo della conferenza: “Un’insolita vicenda di Greci e Siculi” , che ben rappresenta l’incontro tra le popolazioni indigene che abitavano la zona e i coloni calcidesi, guidati da Teocle, che scelsero le alture dei colli San Mauro e Metapiccola per il loro insediamento, in un territorio lontano dal mare ( unico e singolare esempio, tra le altre colonie greche, tutte affacciate sulla costa ).
I Calcidesi, provenienti da Calcide, nell’Eubea, furono i primi colonizzatori ( ma questo termine oggi è molto contestato, perché in realtà le colonie greche, pur mantenendo forti legami con la madrepatria, erano di fatto autonome ed indipendenti) della Sicilia, e si stabilirono sulla costa nord orientale: dopo di essi, altre spedizioni di greci provenienti da Corinto, da Megara, dalle isole greche, fondarono altre città sulle coste siciliane, come Siracusa, Megara Iblea , Gela etc.
Lo storico Tucidide è tra i principali testimoni della colonizzazione calcidese e della fondazione di Leontinoi da parte degli stessi, guidati dall’egista Teocle, e ci dà anche indicazioni sulla sua data di fondazione, appunto nel 729 a.c. ( anche se, probabilmente , tale riferimento è puramente indicativo).
I calcidesi , nella scelta delle loro colonie, privilegiavano terreni prospicienti alla costa, ubicati su zone collinose, vicini a corsi d’acqua, e con presenza di vaste estensioni coltivabili: così è stato per Naxos e per Katane, l’odierna Catania.
La scelta di Leontinoi è, in questo senso, decisamente singolare, considerata la sua distanza dalla costa.
Ma la sua vicinanza ai terreni fertili dei Campi Leontini ( oggi  Piana di Catania) la rendeva oltremodo appetibile, e la presenza di una via fluviale ( il fiume Lisso, affluente del San Leonardo) verso  la costa, consentiva agevoli collegamenti con la madre patria, e facilitava i commerci.
Il rapporto tra i calcidesi conquistatori ed i Siculi che abitavano la zona è stato oggetto di approfondite ricerche  da parte di numerosi studiosi ( tra questi, i professori Bernabo’Brea e Rizza ).
Leontinoi fu, probabilmente, il primo e più importante caso di coabitazione tra la preesistente popolazione indigena e i colonizzatori greci: a conferma di tale ipotesi, il ritrovamento nella necropoli di Marcellino ( nei pressi della odierna Villasmundo) di manufatti di produzione locale, accanto ad altri di manifattura greca.
Il territorio di Leontinoi, in realtà, non appare confacente alle caratteristiche delle città greche, caratterizzate da ampi spazi, da vie larghe; le aspre colline leontine , dai fianchi scoscesi erano sicuramente più adatti alle popolazioni preesistenti. Tracce di queste popolazioni sono state rinvenute sul colle della Metapiccola ( i resti di un villaggio abitato dai Siculi, e probabilmente abbandonato prima dell’arrivo dei coloni greci) e su quello di San Mauro, dove sono stati ritrovate testimonianze di una civiltà molto più antica ( presumibilmente risalente al terzo millennio a.c.). Lo studio e la comparazione delle ceramiche rinvenute in questi siti confermano la circostanza che le due civiltà abbiano convissuto per un certo periodo di tempo, e smentisce la versione di Tucidite, che i colonizzatori calcidesi avessero cacciato la popolazione indigena, all’atto del loro arrivo sulle colline di Leontinoi,
L’importanza della città  era sicuramente legata al suo controllo della parte maggiore dei Campi Leontini ; e notevole fu la suo espansione nel territorio circostante, in  numerosi villaggi ( Licodia Eubea, Caltagirone e all’interno degli Iblei) dove sono state rinvenute testimonianze della influenza leontina: venne anche fondata una sub-colonia, conosciuta come Euboia, inizialmente confusa con Licodia Eubea. Successivi studi del prof. Paolo Orsi, condivisi  dallo stesso Frasca, tendono invece ad individuare il sito nel Colle San Mauro, presso l’odierna Caltagirone. E la configurazione del territorio di questo sito , caratterizzato da dolci colline in declivio verso la pianura, sembra effettivamente molto adatta ad un insediamento greco. Ma anche gli scavi condotti sul luogo da Paolo Orsi hanno messo in luce abitazioni di tipica struttura greca; ed ancora, manufatti di fattura estremamente raffinata, caratteristici dell’arte greca, e iscrizioni in lingua greca, confermano questa ipotesi.
Agli inizi del V secolo, con la conquista di Leontinoi da parte del tiranno gelese Ippocrate, la città perde la sua posizione predominante, e si apre un nuovo capitolo della sua storia , caratterizzata dai difficili rapporti con la città di Siracusa.
Si è conclusa così la splendida lectio magistralis del prof. Frasca, ricca di riferimenti storici, e corredata da una interessante documentazione , che ha ben supportato la dottissima relazione.
Con le considerazioni finali del prof. Cosentino, che ha ringraziato il relatore per il suo pregevole intervento, e le risposte del prof. Frasca ad alcune domande portegli dagli ascoltatori, si è concluso questo interessantissimo incontro.
Il prossimo , sempre tenuto dallo stesso relatore , che ci parlerà dei suoi scavi archeologici alla porta Nord di Leontinoi, è fissato per il 12 Febbraio prossimo.
Nonostante le limitazioni imposte dalla difficile situazione sanitaria che stiamo attraversando, la nostra Associazione, grazie alla iniziativa del suo Presidente e del Consiglio Direttivo, ha dato ancora una volta prova del suo dinamismo e della sua non comune capacità di coinvolgere la collettività in iniziative di pregevolissima fattura.