“PALAZZO BENEVENTANO:
una storia infinita”
Giovedì 14 febbraio 2013 – Presso l’Auditorium del Polivalente, via Riccardo da Lentini, 89 -Lentini (SR), organizzata dall’Archeoclub locale, ha avuto luogo una pubblica conferenza sul tema: “PALAZZO BENEVENTANO: una storia infinita…”. Relatore il dott. Francesco Valenti, archeologo ed insigne studioso, con all’attivo un gran numero di Pubblicazioni  sulla città di Lentini e sul suo interland, come ha ricordato la presidente dell’Archeoclub di Lentini prof.ssa Maria Arisco nella presentazione dell’interessante convegno. Dopo i rituali saluti, rivolti al numeroso pubblico di ospiti e di soci intervenuti, la presidente ricorda, con commozione condivisa,  l’anniversario della morte di Padre Castro e, prima di dare la parola al relatore, fa le sue amare riflessioni sul mancato utilizzo di beni architettonici della città tra cui il Convento dei Cappuccini, restaurato da alcuni anni e già in stato di abbandono e bisognoso di interventi e, ovviamente, il Palazzo Beneventano.
Affascinante e denso di storie il racconto che, della famiglia Beneventano e dell’omonimo Palazzo il dott. F. Valenti offre all’attento uditorio. Parla delle annose vicende che hanno accompagnato la progettazione del Palazzo che ebbe come protagonisti del compimento dell’opera il Barone Luigi Beneventano e l’Architetto Carlo Sada, progettista, tra l’altro, del teatro Massimo Bellini di Catania.
Aiutandosi con delle proiezioni, il relatore mostra i numerosi, e di volta in volta modificati, progetti eseguiti dall’Architetto per venire incontro alla richieste del Barone che voleva costruire una villa baronale che doveva scenograficamente sovrastare la città. Dopo tanti interventi, durati ben venti anni, finalmente il progetto realizzato dall’Arch. Sada il 1° settembre del 1900 viene consegnato al barone e risulta di suo gradimento.
I lavori di costruzione iniziano dopo qualche anno ma, a parte la zona “nobile”, che fu molto ben rifinita con affreschi e pregevoli stucchi, non furono mai  completati. Alla morte del Barone il Palazzo con tutti gli arredi, insieme ad altri ingenti beni, passa al figlio, persona estrosa e con uno stile di vita molto dispendioso.
 
Comincia così la decadenza del Palazzo Beneventano che, per gli ingenti debiti accumulati, specialmente a causa del comportamento dissipatorio e predatorio della governate dell’ultimo erede, noto con il soprannome di “strandulu”, nei primi anni ’70, spinge i nipoti, sparsi in ogni parte del mondo, a prendere la decisione di mettere l’immobile in vendita all’asta, dopo averlo totalmente spogliato di ogni tipo di arredo. Il Comune di Lentini, venuto a conoscenza del fatto, si mette all’opera per approntare velocemente la somma di 23 milioni di lire, approva una delibera e per la cifra di poco più di venti milioni di lire acquista il Palazzo Beneventano che diventa così proprietà della città..
L’amministrazione comunale dell’epoca non mette in atto, però, alcun tipo di progetto di restauro e di utilizzo del Palazzo, e lo “dimentica” totalmente. L’immobile, che nel ventennio precedente aveva rivestito un importante ruolo nella vita culturale di Lentini ospitando il “Centro Studi” e molti eventi festosi, va totalmente in declino e viene utilizzato per decenni come deposito per i mezzi della nettezza urbana.
Il terremoto del 13 dicembre del 1990 fa il resto.
Il Palazzo versava in un notevole stato di degrado, ma “grazie” al terremoto, in virtù della ex legge 433/91, giusto Decreto del 14/09/1996 del Presidente della Regione, veniva concesso un finanziamento di 5 miliardi di lire per il consolidamento ed il recupero architettonico del Palazzo. All’inizio del 2005 veniva, finalmente, stipulato il contratto col quale si affidava ad un’impresa di costruzioni la realizzazione dei lavori.
Il Palazzo viene così in buona parte restaurato ma, fin’ora, non è stato concretizzato alcun tipo di progetto atto a renderlo fruibile alla cittadinanza,  ed è rimasto sempre chiuso! Ed ha già ricevuto la “visita” inopportuna di ladruncoli!
Dai numerosi e qualificati interventi, che seguono la relazione del dott. Valenti, veniamo a conoscenza che nell’ottobre del 2010 è stata nominata dal Sindaco una Commissione per l’esame e il coordinamento, con un lavoro partecipato, dei numerosi ed interessanti progetti che le varie Associazioni culturali lentinesi, i Clubs, tra cui l’Archeoclub e liberi cittadini volenterosi hanno proposto..
Intervengono : il prof. Alfio Siracusano e alcuni componenti della suddetta Commissione: il prof. Paolo Ragazzi, il prof. Delfo Inserra, l’arch. Luca Maci. Intervengono inoltre la dott.ssa Musumeci direttrice del Museo Archeologico di Lentini, la prof.ssa Nuccia Tronco assessore alla P.I. del comune di Lentini, il dott. Incontro del presidio “Slow food” e, ovviamente, la presidente dell’Archeoclub prof.ssa Maria Arisco. Ognuno espone le proprie idee e i propri sogni che sarebbe  troppo lungo elencare. Tutti, comunque, si mostrano d’accordo che il Palazzo Beneventano debba  ritornare ad essere per la città il luogo principe per ospitare la cultura; il cuore per una ripresa culturale della città; un presidio della cultura e della legalità; un contenitore accogliente che possa ospitare anche le opere dei numerosi artisti lentinesi, pittori, musicisti, letterati; un luogo dove nelle varie e belle stanze “en enfilade” si possano realizzare eventi e incontri culturali di vario tipo.
Le proposte e le idee, poste all’attenzione dell’Amministrazione comunale, ci sono e sono tante e tutte pregevoli. Si tratta solo di fare le scelte più opportune per stabilire la DESTINAZIONE d’USO dell’immobile compatibile con  le diverse esigenze, e concretizzarle al più presto.
“PALAZZO BENEVENTANO” Ancora una storia infinita……….!