L’Archeoclub in Campania, dal 1 al 4 Giugno.
I viaggi sono come la droga: creano dipendenza… A distanza di poco più di un mese dal meraviglioso viaggio alla scoperta degli affascinanti siti egiziani, i soci hanno accolto con entusiasmo la proposta del Comitato Direttivo, elaborato in collaborazione con il comitato gite dell’Associazione, di un breve tour, dal 1 al 4 Giugno 2023, alla scoperta di alcuni siti campani.
E così, alle prime luci del mattino del 1 Giugno, un nutrito gruppo di soci e graditi ospiti ( 41 partecipanti ), guidati dal Presidente prof. Filadelfio Inserra, sono partiti a bordo dell’autobus della ditta Manuel Viaggi, partner del tour operator DAG, società organizzatrice dell’escursione.20230602 100327
L’entusiasmo per la prospettiva di questa piacevole gita è stata tuttavia  presto raffreddata da un piccolo incidente al casello dell’autostrada Catania-Messina: per l’azzardata manovra di un automobilista che gli ha tagliato la strada, dileguandosi poi senza assumersi le sue responsabilità, l’autista è stato costretto ad una serie di brusche frenate, che hanno causato un violento tamponamento da parte delle autovetture che ci seguivano: fortunatamente, nessun danno fisico per noi e per gli occupanti delle altre vetture coinvolte, ma parecchi danni ai mezzi, tanto spavento, ed una notevole perdita di tempo, per la necessità di attendere i rilievi e le formalità da parte delle forze dell’ordine .
Finalmente, dopo un paio d’ore di attesa, nell’incertezza di quale sarebbe stata la nostra sorte, è arrivato il pulmann sostitutivo, e, trasbordati su questo passeggeri e bagagli, siamo finalmente ripartiti in direzione Campania: a Messina si è unita al gruppo la Sig.ra Giusy, accompagnatrice per conto dell’Agenzia organizzatrice del tour.
Il tragitto è durato circa otto ore, intervallato da qualche sosta per rifocillarci, e rallegrato da tante chiacchiere ed allegre battute (e numerosi pisolini…).
Nel tardo pomeriggio, siamo arrivati alla prima delle tappe previste: la graziosa cittadina di Vietri sul Mare, sulla  costiera amalfitana, famosa per la sua produzione di ceramiche e maioliche. Con una piacevole passeggiata attraverso le viuzze affollate di turisti e disseminate di botteghe che esponevano la pregevole produzione di  coloratissime ceramiche, siamo giunti al Duomo, la Chiesa di San Giovanni Battista, una bella costruzione in stile rinascimentale, sormontata da una originale  cupola rivestita di ceramiche verdi e gialle , con un particolarissimo effetto cromatico.
L’interno è a croce latina, ad unica navata: di particolare interesse, gli altari decorati da ceramiche policrome e marmo intarsiato, nonché il polittico della Madonna che allatta, su sfondo dorato.
Ci siamo quindi diretti verso la Villa Comunale, che ci ha regalato una vista mozzafiato sul  mar Tirreno e lo splendido Golfo di Salerno: il parco e’ anch’esso decorato con colorate ceramiche vietresi, che lo fanno assomigliare a quello realizzato a Barcellona  dal famoso architetto Gaudi’; all’interno del parco, un anfiteatro affacciato sul mare, in cui un’orchestra di giovani musicisti provava alcuni pezzi, regalandoci un simpatico fuori programma. Con una  bella foto di gruppo, sullo sfondo dell’azzurro mare della costiera amalfitana,  si è conclusa la nostra visita a questa graziosa cittadina.
Al termine di questa impegnativa giornata, abbiamo raggiunto l’albergo che ci avrebbe ospitato per tutta la durata del nostro soggiorno, l’hotel del Platani, a Nola, una accogliente struttura, di cui abbiamo avuto modo di apprezzare il confort, la pulizia, la disponibilità dello staff e, soprattutto, la pregevole offerta culinaria sia a colazione ( le deliziose sfogliatelle napoletane andavano a ruba..) che a pranzo ed a cena, con gustosi piatti del territorio sapientemente elaborati dal bravo chef dell’hotel.
L’indomani, di buon mattino,  si parte: destinazione Napoli, splendida città dai mille contrasti, ma dalla grande bellezza, che attrae da sempre innumerevoli turisti, richiamati dalle sue bellezze, dai suoi monumenti, dal suo folklore, dalla sua offerta gastronomica. La vittoria del campionato di calcio 2023 della squadra cittadina ha dato un ulteriore tocco di colore alla città, letteralmente ricoperta di bandiere, drappi, striscioni inneggianti alla squadra del cuore, che, dopo 32 anni ha regalato alla città un festeggiatissimo scudetto.
La nostra visita è iniziata dalla parte più centrale ed autentica della città: via San Gregorio Armeno, la famosa strada dei costruttori e venditori di statuine del presepe, che raffigurano i personaggi tipici della tradizione natalizia, ma anche quelli più famosi dei nostri giorni : politici, sportivi, uomini e donne di spettacolo. Lungo la via, una breve sosta per una veloce visita ad uno dei tanti gioielli della città: la chiesa di San Gregorio Armeno, adiacente all’omonimo complesso monastico: risalente al 1500 circa, in classico stile barocco napoletano, a navata unica con cappelle laterali splendidamente ornate, colpisce per la meraviglia del suo soffitto a cassettoni, suddiviso in scomparti in cui sono custoditi ritratti di santi,  e la ricchezza delle decorazioni rococò.
Tornati nella allegra confusione delle viuzze storiche della città partenopea, Spaccanapoli, la via dei Tribunali, ricchissime di colori, odori, suoni , in una parola, di vita, ci siamo preparati ad ammirare altre perle dell’architettura e dell’arte napoletana: purtroppo, per una serie di sfortunati disguidi, non ci è stato possibile effettuare la prevista visita alla cappella Sansevero, dove è custodito il celeberrimo “Cristo Velato”, meravigliosa scultura marmorea di Giuseppe Sammartino: la visita, per molti di noi, rappresentava forse il momento più atteso di questa escursione, e grande perciò è stata la delusione. Ma altre belle opportunità ci attendevamo ed il disappunto per il mancato incontro con la splendida scultura del Sammartino è stato compensato dalle altre meraviglie ammirate: il Duomo di San Gennaro, e la Basilica Monumentale di San Lorenzo: il poco tempo a disposizione ci ha costretto tuttavia ad una visita brevissima di entrambi i complessi monumentali, e non ci ha dato la possibilità di approfondirne i tanti motivi di interesse, in particolare la Cappella del  Tesoro di San Gennaro, che custodisce le reliquie del Santo Patrono della città.
All’interno del complesso monumentale della Basilica di San Lorenzo ( con una bella Chiesa in stile gotico), l’ultima tappa del nostro percorso mattutino: accolti da una simpatica guida, siamo andati prima  alla scoperta della bella Sala Capitolare, con volte riccamente affrescate, poi dell’ex refettorio dei frati, successivamente utilizzato come sede del Parlamento, scendendo quindi in quella che è stata la parte più suggestiva della nostra visita : la Napoli sotterrata, un complesso di scavi archeologici che hanno portato alla luce i resti dell’insediamento di epoca Greco-romana, in particolare il macellum, il mercato romano, con una serie di botteghe di svariata natura (lavanderia, tintoria, un’ osteria ), un locale presumibilmente destinato alla riscossione dei tributi, un mercato coperto, con spazi dedicati alla vendita del pesce.
Al termine di questo affascinante viaggio a ritroso nel tempo, e dopo una breve sosta per consumare al volo un trancio di pizza ( che, in verità, non ha fatto onore alla tradizione di questo celeberrimo piatto partenopeo…), ci siamo diretti verso l’ultima tappa della nostra giornata napoletana: Castel Sant’Elmo.
Una lunga passeggiata lungo la via Toledo, una delle arterie principali e famose della città, quel pomeriggio incredibilmente affollata di turisti e cittadini, ci ha condotto alla stazione della funicolare che ci avrebbe portato  al Vomero e di qui, con alcune impegnative salite, al Castel Sant’Elmo, un possente edificio di epoca medievale, costruito su un imponente blocco di roccia viva ( tufo).
Attraverso una serie di rampe e gallerie, nelle quali si aprono strette feritoie, si giunge alle terrazze dalle quali si apre uno spettacolare panorama sul Golfo di Napoli, dominato dall’ inconfondibile profilo del Vesuvio, e sulla intera città .
Un meraviglioso colpo d’occhio, che non poteva non risvegliare le nostre velleità di fotografi…
Si è così conclusa questa prima giornata, piuttosto impegnativa ( i nostri conta passi registravano più di 11 chilometri percorsi a piedi…), ma assolutamente entusiasmante.
Il giorno dopo, la mattinata è stata dedicata alla visita di Sorrento, graziosa cittadina sulla penisola sorrentina, resa famosa dalla bellezza dei suoi panorami ( e da una famosa canzone della tradizione napoletana…), la cui economia si basa oggi quasi interamente sul turismo , che ha fatto proliferare strutture ricettive e di ristorazione in ogni angolo della cittadina.
Il centro storico è costituito da un dedalo di viuzze, disseminato di negozi e botteghe di prodotti tipici: dalla piccola Villa Comunale si ammira uno splendido panorama sulla costiera sottostante, disseminata di eleganti lidi balneari, raggiungibili con una ripida discesa scavata nella roccia o da un comodo ascensore, e sulla Marina, da cui partono i collegamenti verso le isole di Ischia, Procida e Capri.
Altri luoghi d’interesse, la Chiesa di San Francesco, con l’adiacente bel chiostro, ed il Duomo, che abbiamo avuto modo di ammirare con brevissime visite.
Nel pomeriggio, nonostante un violento acquazzone che sembrava minacciare la nostra escursione, siamo ripartiti alla volta di Caserta e della sua meravigliosa Reggia, residenza reale dei Borbone delle due Sicilie . La sua costruzione, avviata dal famoso  architetto Luigi Vanvitelli , fu iniziata nel 1752 e completata un centinaio di anni dopo, e rappresenta l’ultimo esempio del barocco italiano.
Preceduta da un amplissimo piazzale, la facciata del palazzo si presenta con dimensioni impressionanti, a riprova del fatto che l’edificio, con i suoi quasi 50.000 metri quadrati di superficie, è la residenza reale più grande al mondo.
Attraverso il maestoso e scenografico scalone d’onore, con una rampa centrale seguita da due ampie rampe laterali, si giunge al vestibolo superiore, in cui si aprono la Cappella palatina e gli appartamenti reali, costituiti da una infinita serie di stanze e saloni, riccamente decorati: la sala del Trono, l’appartamento del Re e quello della Regina, preceduti da innumerevoli anticamere, quello di Gioacchino Murat e quello di Carolina, e molteplici altri ambienti, la cui elencazione e descrizione necessiterebbe di un trattato.
L’impressione ricavata da questa visita è quella di una maestosità ed una magnificenza L’impressione ricavata da questa visita è quella di una maestosità ed una magnificenza non comuni, che colpisce non poco il visitatore, e lo immerge nella atmosfera sfarzosa dell’epoca.
La ricchezza della Reggia è completata dall’ amplissimo parco, ispirato ai giardini delle grandi residenze reali europee , con fantastici giochi  d’acqua , cascate, fontane: purtroppo, però, per l’ora tarda non ci è stato possibile godere di questa ulteriore meraviglia.
Rientrati in hotel, dopo cena, ci attendeva una serata danzante, animata da un simpatico musicista che ha coinvolto parecchi ospiti in scatenati rock & roll, twist, hully gully, ma anche qualche valzer e tango ( in ossequio all’età media dei ballerini…).
Il tempo è volato, e siamo giunti quasi senza accorgercene al quarto ed ultimo giorno della nostra simpatica  escursione: ma prima di rientrare a casa, sulla via del ritorno, un’altra interessantissima  esperienza ci attendeva: la visita alle grotte di Pertosa-Auletta.
Situato nei monti Alburni, in provincia di Salerno, quasi al confine tra Campania e Basilicata, immerso in un meraviglioso scenario naturalistico, questo complesso carsico , di notevole interesse scientifico ma anche turistico, presenta la particolarità di essere attraversato da un corso di acqua dolce, il fiume Negro. La nostra visita, accompagnati da una guida che ci avrebbe illustrato l’eziologia, e le caratteristiche fisiche e geologiche del sito ( che sin dalla preistoria è stato anche abitato dall’uomo, come confermano le suppellettili ed i manufatti rinvenuti al suo interno ) è iniziata con una traversata del fiume che sbocca all’ingresso della grotta, a bordo di barche dal fondo piatto che scivolano sull’acqua trainate da un sistema di funi, per limitare al massimo l’impatto sul delicato ecosistema del sito: immersi nell’oscurità, interrotta solo da qualche luce piazzata ad arte tra le rocce, in uno scenario suggestivo che ricordava le pagine dantesche del traghettamento delle anime “ prave”, ci sembrava di solcare le acque,  guidati da un moderno Caronte, in tuta e giubbotto catarifrangente…
Sbarcati dopo una navigazione  di un quarto d’ora circa,  la prima sorpresa è stata la bella cascata sotterranea il cui vigoroso scroscio rompeva il silenzio della caverna: da lì è iniziato il nostro agevole percorso attraverso sale , gallerie, e corridoi, tra stalattiti, stalagmiti e colonne, create nei millenni dal gocciolio dell’acqua che filtra dalle volte, e da’ vita a suggestive concrezioni in cui, con la fantasia , si riesce a scorgere le figure più disparate: polpi, meduse, elefanti, figurine di presepe, Madonne,  e tanto altro.
La nostra passeggiata attraverso questi affascinanti scenari si è conclusa dopo un’ora circa e, ancora incantati dalla bellezza di questo luogo magico, siamo risaliti alla luce.
Con un rapido spuntino nell’area picnic del sito è terminata la nostra visita ed il nostro tour: risaliti sull’autobus, siamo ripartiti per  rientrare in tarda serata alle nostre case, un po’ stanchi, forse, ma certamente soddisfatti.
Si è così conclusa anche questa apprezzata  esperienza di viaggio della nostra Associazione, sempre nel segno della conoscenza, della simpatia e della condivisione.