Pagina 2 di 2
Visita al Monastero di S. Nicolò l'Arena
- Dettagli
- P. Cosentino
- Categoria principale: Articoli
- Visite-Gite
- 12536
Indice articoli
Nel 1866 in seguito alle “Leggi di soppressione delle corporazioni religiose” promulgate dal giovane Regno d’Italia i monaci furono costretti a lasciare l’edificio che passò alle istituzioni cittadine.
Negli anni successivi, il grande complesso fu adibito a vari usi e frazionato in più parti. Ospitò caserme, il Liceo Spitaleri , l’Istituto d’Arte, per un certo periodo anche il Museo Civico, l'osservatorio astro-fisico, nonché il laboratorio di geodinamica, oggi sede del museo della fabbrica, ma soprattutto divenne sede della Biblioteca Civica di Catania formatasi a partire da quella benedettina e, con i successivi ampliamenti, divenuta l'odierna istituzione delle Biblioteche riunite Civica ed Ursino Recupero. Danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, l'intero complesso, esclusa la chiesa di San Nicolò restituita ai Benedettini, fu infine ceduto all'Università degli studi di Catania, che avviò, subito, un vasto progetto di recupero e restauro, condotto dal professore e architetto Giancarlo De Carlo. Tale progetto ha reso possibile l'adeguamento dell'antico complesso monastico a sede delle Facoltà di Lettere e Filosofia e Lingue e Letterature Straniere del predetto Ateneo:”un luogo di giovani che sciamano da un punto all’altro dei suoi itinerari: un luogo ...di intensa comunicazione, di aspettative e promesse per il futuro”; “un libro dalle pagine di pietra che custodisce al suo interno domus romane, due chiostri, uno splendido giardino pensile, le antiche cucine benedettine, sotterranei e corridoi a perdita d’occhio.
Il restauro dell’imponente struttura ha permesso il recupero e la fruizione di spazi particolarmente suggestivi: così il refettorio destinato al pasto dei monaci è divenuto l’Aula Magna della Facoltà, la cucina, i cantinati ed il “Ventre” sono divenuti Museo della Fabbrica e riutilizzati in parte come Biblioteca ed emeroteca della Facoltà.
Così una sinergia virtuosa ha sottratto un pezzo significativo della storia di Catania e della intera Sicilia, un gioiello architettonico, indicato dall’Unesco nel patrimonio dell’umanità, alla sorte che spesso tocca a tanti monumenti del nostro passato ed ha consegnato alla collettività un corpo vivo ed un patrimonio culturale di inestimabile valore: Leontinis exemplum proponere ad imitandum.
Abbiamo un sogno: vedere rivivere Palazzo Beneventano che tanta parte della nostra storia individuale e collettiva ha rappresentato.
La serata, illuminata dai bagliori dell’Etna in eruzione, si è chiusa con un giro–pizza in pizzeria durante il quale la Presidente Maria Arisco ha presentato i due nuovi soci Pietro Santonocito e Angela La Ferla che vanno ad accrescere la grande famiglia Archeo.