Gita dell’Archeoclub nella Sicilia Occidentale
Con la primavera, torna impellente il desiderio di libertà, di gite all’aria aperta, di svago…. a maggior ragione, dopo gli ultimi due anni che ci hanno visto reclusi, a causa del lockdown, o comunque limitati negli spostamenti e nelle relazioni sociali, per effetto della pandemia.
Forte era quindi il desiderio di riprendere le  nostre piacevoli consuetudini “ gitaiole”, e quando si è prospettata la possibilità di un’escursione con pernottamento, entusiastica è stata la risposta dei soci.
E così, Sabato 26 Marzo, di buon’ora, una cinquantina di soci, guidati dal neo Presidente, prof. Delfo Inserra, si sono ritrovati al solito “ capolinea” di via Patti, per prendere posto sull’autobus messo a disposizione del tour operator “ Pokemon” , che ha organizzato per conto della nostra Associazione l’escursione di due giornate a Caccamo, Solunto, alla Abbazia di San Martino alle Scale e Bagheria, con pernottamento a Palermo.
Con la puntualità che contraddistingue i soci Archeoclub, e con l’entusiasmo di ragazzini in gita scolastica, è iniziata così la nostra bella avventura: dopo una breve sosta all’area di servizio di Sacchitello, sull’autostrada Ct-Pa, siamo giunti alla prima tappa: il grazioso paese di Caccamo, che si specchia nelle  verdi acque del sottostante lago artificiale di Rosamarina ed è dominato dal possente profilo del castello.Castello
Ad attenderci, una guida del luogo che  ci ha brevemente intrattenuto sulla storia del paese, le origini ( incerte..) del suo nome, e le vicende che hanno riguardato il suo maestoso castello, che abbiamo raggiunto con  una breve passeggiata, ed una salita piuttosto impegnativa.
Il castello, che rappresenta uno dei più grandi e meglio conservati esempi di costruzione difensiva della Sicilia e d’Italia, si erge su un imponente sperone roccioso, e domina tutta la vallata circostante. Le sue origini risalgono al periodo  arabo/ normanno, e numerose famiglie nobili si alternarono nel suo possesso, apportando all’edificio diverse modifiche, integrandolo con la costruzione di torri e parti successive. Il periodo di maggior splendore fu probabilmente quello coincidente con il dominio della famiglia Chiaramonte ( nobili francesi, provenienti da Clermont Ferrant), nel XIV secolo, che apportarono radicali modifiche alla costruzione, ampliandolo e fortificandolo con mura di cinta.
Dopo alterne vicende il castello fu acquistato, negli anni ‘60 del secolo scorso, dalla Regione Siciliana, che dette quindi avvio a complessi lavori di restauro, che restituirono all’edificio la magnificenza che oggi possiamo ammirare.
Ad accompagnarci alla scoperta delle varie parti del maniero, un singolare personaggio: una guida abbigliata da guerriero medievale, con tanto di elmo e spadino, che ci ha condotto attraverso corti, terrazze, cammini di ronda, ponte levatoio, rievocando immagini di feroci assalti nemici e strenue difese dei castellani.
Altrettanto interessante la visita alle numerose sale interne dell’edificio, abbastanza ben ristrutturate (eccezion fatta per i pavimenti in marmo del vasto salone di ingresso, la sala della Congiura, sicuramente poco adatti allo spirito del castello….); alcune ospitano un museo delle armi antiche, altre sono state allestite con arredamenti della fine del 1800. Particolarmente interessante la sala con gli stemmi di tutte le famiglie nobiliari che si sono succedute nella proprietà del castello, e la piccola cappella, nel cui pavimento è stata realizzata una botola, attraverso la quale, secondo la leggenda, venivano fatti sparire gli ospiti poco graditi… e , per non turbare la sensibilità dei lettori, risparmio la truculenta descrizione del procedimento, fatta dalla nostra guida…..
s. Benedetto alla Badia CaccamoImmersi nel fascino delle atmosfere medievali il tempo è volato, è si è fatta ora di pranzo. Attraverso le viuzze del grazioso paese di Caccamo, sede, ancor oggi di ben 33 chiese ( pochissime delle quali, tuttavia, ancora in uso) in una delle quali, quella di San Benedetto alla Badia, autentico gioiello di arte barocca, abbiamo potuto ammirare l’armonioso compendio di quasi tutte le forme d'arte: il pavimento maiolicato, gli stucchi di scuola Serpottiana, l'altare in legno rivestito in lamina dorata, la cancellata in ferro battuto a forma di grande ventaglio, i marmi policromi, gli affreschi sulla volta e le tele degli altari laterali.
Dopo una breve sosta per gustare ed acquistare i prodotti di una famosa macelleria locale, rinomata per i  salumi di sua produzione,  siamo giunti al ristorante “ La spiga d’oro”, ove abbiamo apprezzato gustosi piatti della tradizione locale. Sazi e rifocillati, nel primo pomeriggio ci siamo rimessi in viaggio, per raggiungere la seconda tappa del nostro tour: la zona archeologica di Solunto, ad una ventina di chilometri  da Palermo.
Situato sulle pendici del monte Catalfano, ed affacciato  sullo splendido mare di Santa Flavia, il sito è magnifico anche dal punto di vista paesaggistico. 
Oltrepassato l’Antiquarium, all’ingresso dell’area, ove sono custoditi alcuni reperti provenienti dagli scavi, ed accompagnati  da una guida, profondo conoscitore del sito, abbiamo iniziato la nostra visita a quelle che sono le rovine di una antica città ellenistica. Secondo la tradizione, i suoi fondatori furono i Fenici ( che nelle vicinanze avevano dato origine  anche alle colonie di Palermo e Mozia), ma tale ipotesi non è suffragata dalle ricerche archeologiche. Più attendibile la teoria di una sua fondazione da parte dei Sicani.
Dopo la sua distruzione da parte del tiranno siracusano Dionigi, la città venne ricostruita in epoca ellenistica, e successivamente conquistata dai Romani, sotto il cui dominio raggiunse il maggior splendore.Solunto 01
Attraverso una strada lastricata con pietre calcaree, abbiamo raggiunto dapprima la zona delle Terme, quindi il Ginnasio, di cui restano alcune colonne del peristilio, ed infine, sulla via dell’Agorà, le costruzioni più interessanti, originariamente edificate su tre livelli, e precedute da “ tabernae “, locali dove si esercitava il commercio, od anche dispense a servizio delle abitazioni private (che si trovavano ai piani superiori), alcune delle quali con pregevoli pavimenti a mosaico , tuttora visibili.
L’area archeologica, estesa su un ampio territorio, comprende anche molti altri interessanti siti, che tuttavia non abbiamo potuto visitare, poiché era già sopraggiunto il tramonto . 
A conclusione di una giornata piacevolmente impegnativa, abbiamo raggiunto l’hotel scelto per il nostro pernottamento: l’Ibis Styles di Palermo, di fronte al porto : una simpatica struttura, in una moderna costruzione di sette piani, dove abbiamo anche consumato la cena, la colazione ed il pranzo della giornata successiva, nella sala  all’ultimo piano, da cui si godeva un’impareggiabile vista sul porto, e sullo splendido mare palermitano.
Rinvigoriti dal meritato riposo, l’indomani abbiamo ripreso il nostro girovagare, questa volta alla volta di Borgo Parrini, una piccola frazione del comune di Partinico. Già sede di un convento di padri Gesuiti ( da cui deriva il nome “Parrini”), il borgo fu abitato sino al secondo dopoguerra, quando a seguito dell’emigrazione e del progressivo spopolamento, rimase pressoché disabitato ed in decadenza.Borgo Parrini r
Ma, grazie all’inventiva dei suoi pochi abitanti rimasti e di un visionario imprenditore del posto, iniziò un rilancio del borgo, che è oggi diventato meta di notevoli flussi turistici, attirati dalle architetture ispirate allo stile di Gaudì, il famoso architetto spagnolo, realizzatore degli edifici che hanno resa famosa la città di Barcellona, e della mirabile Sagrada Famìlia.
Con una piacevole passeggiata lungo le viuzze del borgo ( particolarmente affollate, per il contemporaneo svolgimento di una gara podistica e ciclistica ), abbiamo raggiunto la piazzetta dove si concentra il maggior numero degli edifici colorati, con pavimenti e muri rivestiti di allegre piastrelle dipinte con sgargianti colori, e murales variopinti che abbelliscono i muri del paese: c’è anche un graziosissimo caffè letterario, con tavolini all’aperto decorati con allegri mosaici policromi , ed un piccolo museo, che funge anche da negozio di souvenir tipici. 
Un simpatico colpo d’occhio, con i colori della nostra terra: il giallo del sole, l’azzurro del mare, l’ocra della terra, il blu
del cielo; una piccola Barcellona siciliana che attira sempre maggiori flussi di turisti.
E  le macchine fotografiche e gli smartphone dei soci si sono sbizzarriti a ritrarre gli angoli più originali e rappresentativi del borgo.
Risaliti sull’autobus, abbiamo raggiunto la seconda tappa della  mattina: l’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale, nei pressi di Monreale, che la tradizione vuole fondata nel Vo secolo da Papa Gregorio Magno.
A guidarci nella scoperta del vasto complesso religioso, che comprende l’Abbazia e l’annesso monastero, un simpatico monaco, Frate Riccardo ( uno dei dodici rimasti all’interno del monastero). 
Prima sosta, all’interno dell’Abbazia,  che custodisce numerosi tesori: tele di Pietro Novelli, il maestoso coro ligneo, il cinquecentesco organo, recentemente restaurato e perfettamente funzionante, statue in marmo bianco e pietra nera.
La visita è continuata nell’aOrgano S. Martino delle scalediacente monastero, al quale  si accede da uno splendido portale trecentesco, ornato con formelle raffiguranti il Mistero Pasquale.
All’interno del vasto complesso monastico, si trovano ben sei chiostri, il più importante dei quali è quello di San Benedetto, al centro del quale si trova appunto la statua del Santo.
Attraverso lunghi corridoi, su cui si affacciano numerosissime stanze, adibite alle varie  attività oggi svolte nel monastero ( collegio, laboratorio di restauro, strutture ricettive, officine e laboratori, museo, etc), abbiamo raggiunto il refettorio, dove ancora oggi i monaci consumano i loro pasti, e la fontana dell’Oreto, pregevole opera statuaria che rappresenta il dio fluviale del principale corso d’acqua di Palermo.
Quì è terminata la nostra interessante visita al complesso monastico: dopo una breve sosta alla limitrofa bottega dove si vendono i prodotti dell’Abbazia ( erbe officinali, miele, vini, ed una interessante produzione di birre, scure e bionde) siamo ripartiti alla volta di Palermo. 
Dopo il pranzo, consumato, come già detto, nello stesso hotel dove si era pernottato, abbiamo raggiunto l’ultima tappa della nostra escursione: Bagheria, famosa cittadina nei pressi di Palermo, nota anche per le splendide ville nobiliari disseminate sul suo territorio.
Fra queste, la villa Cattolica, scelta per la nostra visita: edificata nei primi del 1700 dal principe Bonanno, è una elegante costruzione a base quadrata, con un’ampia terrazza ed una elegantBagheria-Villa_Cattolica.jpge scala  d’accesso.
Oggi l’edificio ( di proprietà del Comune) è utilizzato come museo dedicato al grande pittore di Bagheria, Renato Guttuso, per ospitare la preziosa collezione donata dall’erede dell’artista alla sua città natale.
La collezione è costituita da numerose opere ( dipinti, sculture, incisioni, disegni) di Guttuso, realizzate nell’arco di un quarantennio, nonché da lavori di altri artisti contemporanei del maestro.
Ad accompagnarci nella visita, una guida che ci ha illustrato le caratteristiche delle diverse opere, fornendoci anche interessanti notizie sulla biografia e le esperienze artistiche degli  autori delle opere esposte nelle diverse sezioni.
Nell’edificio  è altresì ospitata una mostra di carretti siciliani, finalmente istoriati, ed una raccolta di manifesti e locandine cinematografiche, donata da una famiglia bagherese , che per lunghi anni ha gestito il cinema cittadino.
All’esterno della villa è collocato l’originale mausoleo di marmo azzurro che ospita le spoglie mortali dell’artista.
Con quest’ultima interessante visita, si è concluso il nostro intenso fine settimana.
Stanchi, ma soddisfatti, in serata siamo rientrati alle nostre case, grati al Presidente per aver saputo organizzare con tanta accuratezza questa bella esperienza, che ci ha fatto riassaporare il piacere di condividere con cari amici il piacere del viaggio.
La speranza di tutti è che questa sia stata solo la prima delle numerose tappe  di una vera ripartenza.
Alla prossima!