Visita di Palazzolo e...carnevale

Carnevale, ogni scherzo vale.....Ma, per il Presidente dell’Archeoclub, prof. Pippo Cosentino,  ed i membri del Comitato Direttivo che lo collaborano attivamente, non dev'essere stato uno scherzo, organizzare l’escursione che domenica, 23 febbraio , ultima Domenica di Carnevale, ha condotto ben 115 gitanti , ( probabilmente, un record assoluto....), tra soci dell’Associazione ed amici,  alla ridente cittadina di Palazzolo Acreide. Di buon mattino, una  piccola folla di entusiasti escursionisti ha preso posto su due autobus della ditta “Duca Viaggi”,  ormai consolidato partner della nostra Associazione : alla carovana, si sono aggregate anche un paio di autovetture , con le quali alcuni soci hanno preferito raggiungere autonomamente la meta prefissata. Dopo un breve tragitto di circa un’ora, il nutrito gruppo ha raggiunto la destinazione: ad attenderlo, la d.ssa Concetta Caruso, specializzanda presso la Scuola in Beni Archeologici dell’Universita di Catania, giovane e brillante Presidente della locale sezione dell’Archeoclub, che,  assieme ai suoi validi collaboratori, Fabio Fancello e Daniele Lo Magro, ci ha brillantemente guidato,  alla scoperta dei tesori di Palazzolo Acreide, città inserita nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, e seconda classificata, nel 2019, nel concorso dei Borghi più belli d’Italia. La città trae la sua denominazione dal greco “ Akrai” (cima, picco ) , mentre il termine Palazzolo ( “ Piccolo Palazzo” ) è di successiva derivazione medievale.Già Tucidide la cita nella sua “ Guerra del Peloponneso”, come colonia siracusana, fondata attorno al 664 a.C.
E proprio dall’interessante Parco Archeologico è partita la nostra escursione, sotto la qualificata guida della dott.ssa Caruso, che con la sua simpatia e vivacità  ha reso ancora più interessante la visita. Collocata su un’altura che domina la Valle dell’Anapo, l’area contiene diverse importanti testimonianze dell’epoca greco/ romana, tornate alla luce grazie alla iniziativa del barone Gabriele Judica , che nella prima  metà del 1800, avviò una serie di scavi,  proseguiti poi da altri importanti studiosi, tra i quali Bernabò Brea. Molteplici, le interessanti testimonianze ammirate:
    • il Decumano , la strada principale dell’insediamento, di età romana, ma su una preesistente arteria di epoca greca, realizzata con basole di pietra lavica, con direzione Est-Ovest, sulla quale si aprono le strade laterali, non perfettamente perpendicolari, ma leggermente inclinate, probabilmente per proteggere le abitazioni dai venti gelidi che soffiavano sulla zona.
    • l’Acropoli, sulla quale sorgono i resti dei templi di Afrodite ( di cui residuano solo alcuni blocchi squadrati, poiché la gran parte dei materiali di costruzione furono utilizzati per la edificazione di altri edifici, in epoca successiva) e del Santuario Demetra e Kore, costituito da 25 ambienti, nei quali si svolgevano i riti in onore delle dee, le Thesmophorie, celebrati dalle donne di nobile lignaggio; del terzo tempio che probabilmente sorgeva sull’area, quello dedicato ad Artemide, non resta più alcuna traccia.
    • Le latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella: originariamente cave da cui venivano estratti i blocchi di pietra per la costruzione della città, successivamente , quando si esaurì l’espansione della stessa, come luoghi di sepoltura : nella prima, la maggiore, si ammirano arcosoli, camere sepolcrali, ipogei, e due pregevoli sepolture “ a baldacchino”; nella seconda, di particolare rilievo, le cosiddette “ pinakes”, piccoli rilevi votivi, in terracotta, legno o pietra, inseriti nelle pareti: di notevole  pregio , quello tuttora visibile, che ritrae la scena di un sacrificio, e del successivo banchetto.
    • il Teatro, forse il monumento più insigne dell’area archeologica, composto da dodici file di posti, con antistante orchestra semicircolare, e , sulla scena, i resti di un antico mulino bizantino; realizzato probabilmente nel terzo secolo a.C., all’epoca di Ierone II, fu notevolmente rimaneggiato nelle epoche successive; ancora oggi, viene utilizzato per le rappresentazioni realizzate dalle scuole, nell’ambito del  Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani;
    • il Bouleuterion, adiacente al vicino Teatro ( al quale era collegato da una sorta di cunicolo, di cui non è ben chiara la funzione), sede della “ boule’ “ il senato cittadino. 
La mattinata è così trascorsa velocemente, piacevolmente intrattenuti dagli interessanti racconti della nostra simpatica guida, e si è fatta l’ora di avviarci verso il centro città , per raggiungere il ristorante dove si sarebbe consumato il pranzo: lungo il corso e la piazza principale del paese, un simpatico diversivo: i divertenti e coloratissimi carri allegorici che, nel pomeriggio, avrebbero partecipato alla sfilata del Carnevale, uno dei più noti della Sicilia: musica, colori, allegre mascherine e coriandoli ci hanno accompagnato lungo le strade di questa graziosa cittadina barocca Qualche minuto è stato dedicato alla descrizione ( purtroppo, solo esterna, poiché l’edificio era già chiuso) della Basilica  di San Paolo, la più importante della città, dedicata al suo Santo Patrono, bene protetto dall’’Unesco, 
patrimonio dell’Umanità. Inizialmente dedicata alla Madonna Odigitria, la Chiesa fu distrutta dal disastroso terremoto del 1693, e ricostruita in stile tardo barocco,  con una suggestiva facciata, ripartita in tre ordini, adornati da statue rappresentanti i dodici apostoli, che  vanno progressivamente restringendosi sino al sovrastante, originale campanile. Attraverso le caratteristiche stradine del quartiere medievale, il gruppo ha quindi raggiunto il ristorante “ La Corte di Eolo”, dove è stato consumato un lautissimo pranzo, a base di piatti tipici del territorio.
Il pomeriggio, è stato dedicato all’allegria del Carnevale: una parte del gruppo ha assistito alla sfilata dei carri, nel corso principale del paese, gremito di una folla variopinta, tra canti, maschere e coriandoli.....un’altra, si è scatenata, nella piazza S. Paolo, adiacente la basilica, dove un complessino  ha coinvolto gli astanti in sfrenate danze: twist, limbo, cha cha cha,  ritmi di qualche anno fa, che hanno riportato indietro nel tempo diversi soci, tra i quali uno scatenato Presidente....
Alle 19, stanchi ma soddisfatti,  i gitanti hanno fatto ritorno agli autobus, che li hanno ricondotti alla base, dopo una giornata di conoscenza, buon cibo, allegria e amicizia, nel solco della tradizione Archeoclub. Un altro successo, un’altra bella esperienza da annotare nelle cronache della nostra Associazione.