L’Archeoclub di Lentini
in visita al  presepe vivente di Giarratana
Quella della Novene di Natale, così come quella dei Presepi sono tradizioni che meritano di essere tenute vive perché, assieme a tante altre, fanno parte della cultura di un popolo e ne definiscono l'anima e l'identità. L’Archeoclub anche quest’anno ha voluto allestire, vicino alla propria  sede, la Novena di Natale, ma ha pure organizzato una visita ad un Presepe vivente, quello di Giarratana.
Giorno 5 gennaio alle ore 9.00  un nutrito gruppo di soci si sono ritrovati, come al solito, in via Patti per partecipare alla gita che il Direttivo ha organizzato predisponendo un programma di un’intera giornata.
Partiti con la consueta puntualità, in una giornata caratterizzata da un cielo terso e con un sole splendente, abbiamo raggiunto la prima tappa della gita : Chiaramonte Gulfi.Basilica di Santa Maria la Nova Chiaramonte Gulfi
Cittadina che si trova, su una collina a nord rispetto al capoluogo ad una quota di 668 m s.l.m., a 15 km da Ragusa, venne fondata con il nome di Akrillai dai Siracusani nel VII secolo a.C.; distrutta dagli Arabi intorno all’800 fu ricostruita col nome di Gulfi (terra amena); il nome Chiaramonte venne dato dal conte Manfredi Chiaramonte dopo la distruzione di Gulfi  ad opera degli Angioini nel 1299.  
Scesi dal pullman ci siamo diretti verso piazza Duomo, dove si trova la Basilica di Santa Maria La Nova.
Edificata nel 1450, inizialmente costruita in stile gotico con archi a sesto acuto e con soffitto in tavole fregiate con arabeschi, in seguito fu trasformata in stile barocco nel 1608. La facciata è distinta in tre ordini: il primo corinzio, il secondo composito ed il terzo ionico, completato nel 1788 anno in cui fu modificato l'interno in stile greco-romano con stucchi indorati. Vi sono sette altari con altrettante tele dell'artista palermitano Mercurio. Vi sono, inoltre tre statue  raffiguranti Santa Lucia, il Sacro e San Francesco di Paola, Altre opere degne di menzione sono tre tele raffigurante la Deposizione, la Natività e i Tre Magi.
Finita la visita della Basilica abbiamo intrapreso una passeggiata lungo il Corso Umberto I, principale arteria del paese, dove si incontrano il nuovo Teatro Comunale Leonardo Sciascia, un piccolo gioiello che nasce in una struttura,  l’ex chiesa di San Francesco, risalente a prima del terremoto e, adiacente  ad esso, l’ex convento di San Francesco dove ha sede il Palazzo Municipale. In fondo al Corso sorge la Villa Comunale, un giardino in stile italiano realizzato utilizzando parte del boschetto del convento dei Cappuccini. Prima di entrare nella Villa per una rilassante passeggiata tra bellissime piante e fiori e tra maestose e splendide  piante secolari, ci siamo affacciati alla ringhiera di quello che è chiamato il Balcone di Sicilia. L’occhio si perde all’infinito su una vista panoramica mozzafiato che va dall’Etna fino al Golfo di Gela.
Nella piazzetta antistante il belvedere abbiamo incontrato un gruppo di soci del Lions di Lentini con il loro presidente il dott. Angelo Lo Presti, col quale avevamo concordato momenti da trascorrere insieme.
All’ora convenuta ci siamo ritrovati sul pullman e abbiamo preso la strada per raggiungere il ristorante presso l’Agriturismo “Ganzaria”. Ma lungo il tragitto non potevamo non fare una sosta in quello che è considerato un’importante luogo di devozione  mariana, molto amato dai fedeli della cittadina e  non solo : il Santuario di Maria Santissima di Gulfi.
Situato ai piedi di Chiaramonte Gulfi, la sua origine viene fatta risalire tra i secoli IV e VI d. C., epoca durante la quale sorsero diverse chiese paleocristiane nella zona. Nella chiesa è custodita e si venera la grande immagine della Madonna col Bambino, secondo la leggenda, approdata miracolosamente in una cassa sulla spiaggia fra Scoglitti e Santa Croce Camerina, dopo essere sfuggita alle persecuzioni iconoclaste a Costantinopoli. Insieme ad essa arrivò anche un simulacro del Salvatore e gli abitanti della zona, che si contendevano le due statue, risolsero la controversia mettendole su due carri trainati da buoi, lasciando così agli animali la scelta del sito a cui dovessero appartenere le immagini sacre. Il carro che trasportava l’effige della Vergine si fermò nei pressi di Gulfi, dove fu eretto il Santuario.
Finita la visita del Santuario abbiamo proseguito il nostro viaggio verso il ristorante dove  abbiamo reincontrato il gruppo del Lions e dopo aver consumato, in tutta calma e serenità un gustoso e abbondante pranzo, abbiamo proseguito il nostro viaggio in direzione della meta principale : Giarratana.
Nel frattempo si era fatta già sera e addentrandoci nelle vie dell’antico abitato, illuminate solo dalle fiaccole, abbiamo incominciato a vedere lo spettacolo messo in scena da tutti quei personaggi che rappresentano fedelmente la vita quotidiana di quel tempo. Affacciandoci agli usci dei vari ambienti, eravamo spettatori di veri e propri quadri viventi che fanno rivivere mestieri, usi e costumi del tempo che fu :
la famiglia riunita intorno al focolare, gli uomini che si fermano a bere in osteria, le ragazzine nella sarta ad imparare l'arte del ricamo e del cucito, le donne indaffarate ad impastare la pasta e il pane e poi le lavandaie, artigiani intenti ad intrecciare canestri e corde, il falegname, il mugnaio...
Proseguendo la salita lungo la collina dell'antico “Cuozzu”, siamo arrivati ai piedi del Castello dei Settimo dove inizia una ripida salita che porta alla sommità del colle in una zona denominata "Campo Grotta". Qui, dopo aver dato uno sguardo alla suggestiva vista panoramica del paesino sottostante e dopo una breve passeggiata fino ai ruderi del Castello, ci siamo trovati tra i pastori a contemplare insieme ai re Magi l'ultimo e il più sacro quadro vivente: la Natività.
Tornati sul pullman, sodisfatti per la bella giornata trascorsa, siamo rientrati a Lentini.
Delfo Inserra