L’Archeoclub di Lentini ad Aidone e Morgantina.
Dopo i lunghi mesi invernali, l’approssimarsi della primavera risveglia in tutti noi il desiderio di evasione, di natura, di esperienze che arricchiscano la mente ed il cuore. E questa sensazione, forse, si avverte ancora più intensamente, dopo il difficile periodo della pandemia, che ha fortemente condizionato i nostri rapporti sociali, e i viaggi di gruppo.
Anche per questi motivi, il progetto di escursione ad Aidone e Morgantina, curato con molto impegno dal nostro Presidente con la collaborazione del Consiglio Direttivo, ha riscosso tanto successo. Domenica 5 Marzo, puntualissimi come nella tradizione della nostra Associazione, più di 50, tra soci e graditi ospiti, hanno occupato al massimo della sua capienza l’autobus della Duca Viaggi, nostro tradizionale partner di escursioni e in perfetta sincronia con il programma, alle 7 del mattino il gruppo ha lasciato Lentini alla volta della meta della nostra escursione.Morgantina 1
Dopo un tranquillo viaggio di un paio d’ore, reso più gradevole dallo scambio di battute e chiacchiere, tra un sedile e l’altro, siamo giunti ad Aidone, comune in provincia di Enna, a 800 metri s.l.m, situato in uno dei più interessanti comprensori della Sicilia centrale, dal punto di vista naturalistico e archeologico; nel suo territorio ricadono infatti interessantissimi siti archeologici e culturali : Morgantina, la Villa del Casale, il Castello di Pietratagliata.
Dopo una breve passeggiata attraverso le vie del centro storico di questa graziosa cittadina, siamo giunti alla prima tappa della giornata: il Museo Archeologico Regionale, ospitato nella antica Chiesa di San Francesco, e nell’annesso ex convento, nelle cui sale sono ospitati i reperti degli scavi del sito archeologico di Morgantina .
Qui abbiamo trovato ad attenderci la Dott.ssa Maria Calcagno, Presidente della locale sezione Archeoclub e la prof.ssa Lilia Raffiotta, Vice Presidente, che ci avrebbero accompagnato nella visita al Museo. Dopo un affettuoso scambio di saluti, il prof. Inserra ha fatto dono alle gentili ospiti, a nome di tutti i soci, di alcune pubblicazioni sulla storia e i monumenti di Lentini, e del gagliardetto della nostra Associazione.
Ci ha quindi raggiunto la dott.ssa Serena Raffiotta, valente archeologa e guida turistica regionale, profonda conoscitrice del sito di Morgantina, ai cui scavi ha attivamente partecipato, e grazie alla cui attività è stato possibile il recupero ed il ritorno della testa di Ade, già trafugata da tombaroli negli anni '70, e acquistata dal museo Paul Getty, dove era esposta.
La dott.ssa Raffiotta, comparando un ricciolo di marmo, rinvenuto in un magazzino del Museo di Aidone, con la testa di Ade è riuscita a dimostrare l’appartenenza del ricciolo alla statua, e quindi la provenienza della stessa dal sito di Morgantina. Il Museo Getty ha acconsentito quindi alla restituzione della statua ( affettuosamente nota con il soprannome di “ Barbablù “ dal colore originario del ricciolo), ora esposta nel Museo di Aidone.
Quello delle “ Archeomafie” è un settore di cui la dott.ssa Raffiotta è profonda conoscitrice, tanti, infatti, sono i preziosi reperti sottratti dal sito di Morgantina, con scavi abusivi, e rivenduti a mercanti e case d’aste. Così è accaduto, oltre che per la testa di Ade, anche per gli Acroliti, per la statua di Demetra ( la famosa Venere o Dea di Morgantina) e la collezione di argenti, tutte opere restituite e custodite nel Museo, e recuperate grazie anche alla  incessante attività del Nucleo del Carabinieri di Tutela del Patrimonio Culturale .
Dopo queste interessante presentazione, la dott.ssa Raffiotta ci ha accompagnato a visitare quelle che sono le sale più importanti del Museo, che ospitano le opere più conosciute: gli Acroliti, raffigurazioni delle dee Demetra e Persefone, costituite da teste, mani e piedi in marmo greco, sorrette da un corpo in materiale più comune, ricoperte da tessuti preziosi; la Dea di Morgantina, una imponente statua in pietra calcarea, raffigurante Demetra; la testa di Ade-Barbablù, terracotta policroma che raffigura il Dio degli inferi barbuto e riccioluto.
La dott.ssa Raffiotta ci ha dato quindi appuntamento al pomeriggio, quando ci avrebbe accompagnato a visitare il sito di Morgantina. La nostra visita è proseguita nelle altre sale del Museo, dove sono custoditi interessanti reperti ( monete, vasellame, statue, antefisse, oggetti della vita quotidiana, ed una splendida raccolta di argenti finemente lavorati), rinvenuti negli scavi a Morgantina ed in altri siti vicini (la Cittadella e S. Francesco dei Bisconti).
Terminata la nostra interessante visita al Museo, abbiamo raggiunto un vicino belvedere, da cui si gode una splendida vista sulla verde campagna sottostante, ricca di boschi e campi, su cui spicca l’azzurro del bacino artificiale dell’Ogliastro e, in lontananza, si ammira il maestoso profilo dell’Etna, ed il mare Ionio, e, nelle giornate più limpide, anche la città di Catania.
Al termine di questa breve sosta, abbiamo ripreso il nostro autobus, alla  volta del ristorante Eyexei, nei pressi del sito di Morgantina, dove abbiamo consumato un gustoso pranzo e goduto di un meritato riposo, dopo l’impegnativa mattinata.
Nel primo pomeriggio, il nuovo appuntamento con la simpatica dott.ssa Raffiotta, che ci avrebbe accompagnato alla scoperta di una parte del vasto sito archeologico di Morgantina (complessivamente estesa oltre 5 km quadrati). Da un’altura da cui si domina il sottostante sito, collocato in un’ampia vallata, circondata da dolci colline, la nostra guida ci ha accennato alla storia di questo insediamento, dapprima abitato da popolazioni sicane, successivamente occupato dai Siculi, e quindi colonizzato , nel VI secolo A.C. da Greci di origine calcidese ( la stessa di Leontinoi, con la quale Morgantina condivide parecchie caratteristiche) che convissero pacificamente con gli abitanti indigeni.
La città fu quindi conquistata dai Romani, che la abitarono sino al 30 A.C., dopodiché iniziò la sua decadenza ed il progressivo abbandono.
La rilevanza di Morgantina è testimoniata dalla ampiezza con cui si estende l’abitato, e dalla importanza degli edifici venuti alla luce grazie alla campagna di scavi iniziata a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso da archeologi dell’Università americana di Princeton, che ancora oggi continuano la loro attività; ma si presume che l’insediamento sia molto più vasto di quello sinora scoperto, e che molti edifici giacciano ancora nel sottosuolo.
Lungo una strada lastricata di pietre che costituiva il principale asse viario della città, abbiamo quindi raggiunto l’area degli scavi, dove abbiamo potuto ammirare dal vivo alcuni degli edifici più significativi dell’area: il Teatro, con una cavea a forma di ferro di cavallo, che poteva ospitare sino a duemila spettatori ( ancora oggi, grazie alla sua ottima acustica , vi si svolgono rappresentazioni). Approfittando delle scenografiche gradinate, abbiamo colto l’occasione per scattare la tradizionale foto di gruppo, a ricordo della bella giornata.
Nelle vicinanze, l’ Ekklesiasteron, luogo in cui si riunivano i cittadini per discutere dei problemi della città, la Casa della Cisterna, che, per le dimensioni e le decorazioni a mosaico, doveva essere l’abitazione di facoltosi cittadini, il Santuario di Demetra e Kore e  il Macellum, edificio di epoca romana, che ospitava un ampio mercato coperto, comprendente numerose botteghe.
Avvicinandosi però l’ora della chiusura del Museo, a malincuore, abbiamo lasciato questo splendido scrigno di tesori. Dopo il caloroso saluto alla nostra preziosa guida, fonte inesauribile di interessanti notizie, abbiamo raggiunto l’autobus, per fare ritorno alle nostre case, stanchi ma soddisfatti  e grati al Presidente per quest’altra bella opportunità di conoscenza fornitaci.